Biofilia

Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.

“Biofilia”

Età: da 8 anni
Pagine: 68
Formato: 20.6 x 20.6
Anno: 2024
Editore: Storiedichi
Autore: Cathy Eliot

Oggi in cartella un piccolo gioiello.

In Biofilia, pagina dopo pagina, possiamo scoprire una delicata cura nei confronti della natura e della lingua.

Copertina cartonata, pagine spesse, opache, piacevoli al tatto e alla vista. Illustrazioni delicate ad acquerello, un uso naturale del colore, tinte leggere si fondono e delineano forme, senza contorni netti. Testi brevi.

Non si tratta di una vera e propria storia, ma di un susseguirsi di immagini e di parole. Sono proprio queste ultime il filo conduttore. Parole che esprimono un concetto, un’associazione di più termini, un insieme di sensazioni, uno stare nella natura che rimanda ad altro, pensieri, emozioni, ricordi.
Nella sua semplicità questo libro è complesso e potente. Dal testo alle illustrazioni si può scorgere l’attenzione ai dettagli.

Tutto ruota attorno alle parole.

Le parole sono indispensabili per comunicare.

Parole pensate. Parole dette, Parole ascoltate. Parole capite. Parole fraintese. Ciascuna parola ha un significato e un significante. Le parole non dicono tutto. C’è un linguaggio verbale, un linguaggio non verbale e un linguaggio paraverbale. C’è la prossemica. Tutto contribuisce al bisogno fondamentale che ha l’essere umano di comunicare, di entrare in relazione con l’altro. Ciascuna parola ha un significato proprio oggettivo e uno soggettivo che noi stessi attribuiamo in base alla nostra esperienza e al nostro stato d’animo. Ci sono parole per esprimere concetti semplici o complessi. Le parole, i suoni, i segni, i grafemi, la lingua… sono appresi e variano da paese a paese, da cultura a cultura.

Questo albo propone alcune parole, in diverse lingue, che non hanno una traduzione corrispondente in lingue diverse da quella nativa. Una parola per ogni apertura. Abbinata alla relativa illustrazione a tutta grandezza. Un’aletta svela poi l’intera immagine e la spiegazione della parola. Infine, un glossario con la raccolta di tutti i termini presentati.

Shirin-yoku – Apertura con aletta chiusa
Shirin-yoku – Apertura con aletta aperta
Shirin-yoku – Glossario finale

Un albo illustrato che per essere apprezzato a fondo ha bisogno di più letture.
Ecco perché ho proposto un’esperienza diversa rispetto al solito.

Step 1: pre-lettura

Ho consegnato a ciascun bambino un piccolo foglietto colorato. Li ho invitati prima a pensare e poi scrivere una parola. Non una parola qualsiasi, una parola a cui fossero particolarmente legati per il suono prodotto nel pronunciarla, per il piacere provato nel dirla o per il significato che ha, in generale e nel particolare.

A seguire una condivisione veloce.
Ciascuno ha letto la propria parola e ha spiegato il motivo della scelta.

“Ho scelto scuola perché a volte mi piace, a volte no”
“Io ho scelto dormire perché adoro dormire”
Regali perché mi piace farli”
“Io palla… ovvio il perché no?”
Luna perché illumina il buio della notte e mi piace guardarla”
“Io ho scelto doni… da ricevere”
[Interessante come siano stati scelti due sinonimi (regali e doni) applicando loro significati diversi. Il primo li ha scelti perché ama farli agli altri, il secondo riceverli].
“Io ho scelto mangiare perché mi piace molto mangiare”
Gomme perché può significare molte cose: le gomme della macchina, quelle da masticare, quelle da cancellare, la gomma come materiale delle scarpe…”
“Io lilla perché mi fa pensare al rosa e viola del tramonto che si fondono insieme”
Caramelle… beh, mi sembra ovvio, mi piace molto mangiarle”
Sole… ssssss perché arriva la luce e il silenzio insieme”
Dirupo… non so bene perché, mi è venuta in mente questa parola, mi piace il suono”
Ascia perché mi piace il suono sc, mi piace dirlo”
Lupo perché è il mio animale preferito, anzi forse no, ma è la prima cosa che mi è venuta in mente e non sapevo cos’altro scrivere”
Arcobaleno perché fa un arco di colori ed è una parola lunga”
“Io ho scritto alberi non so bene perché, ma gli alberi mi fanno sentire bene”
Piante, simile ad alberi perché amo la natura”
Girasole perché è il fiore che segue il sole”
Cioccolato perché si scioglie in bocca”

Infine ho ritirato i foglietti con le parole scelte.

Per ciascuno, in ordine casuale, davo a voce alta una definizione del termine. Loro dovevano indovinare la parola. A seguire lo step successivo.

Ammil – Apertura con aletta chiusa
Biofilia – Apertura con aletta chiusa

Step 2: Lettura delle parole senza aprire le pagine

Ho letto le parole senza leggere il significato e ho chiesto:
“Secondo voi che parole sono? Hanno un significato?”

“Chiara, secondo me queste parole sono quasi tutte straniere, tranne meriggiare, che comunque non so cosa vuol dire”
“Anche secondo me sono parole che hanno un significato, ma magari in qualche altra lingua, non in italiano”
“Non credo siano parole inventate”

Apprendimento per scoperta.

A piccoli gruppi composti da tre o quattro bambini ho consegnato una striscia di carta (foglio A4 tagliato a metà orizzontalmente) piegata in tre. Ho scritto alla lavagna le parole tratte dal libro Biofilia e ho chiesto a ciascun gruppo di scegliere una di queste parole, a piacere. Basandosi sui suoni o sull’istinto. Dopodiché dovevano scrivere il significato della parola scelta.

“Noi abbiamo scelto Ammil perché ci piaceva e sembra il nome di una bambina”
“Apricate, significa essere in vacanza al mare”
“Shirin yoku: salutare lo yogurt e fare felici gli altri”
“Shinrin yoku significa Palazzo di giada”
“Smultronstalle, secondo noi è una parola tedesca che significa stalle”
“Waldeisamkeit significa valle in cui tutti vanno con lo skate”
“Petrichor è il cioccolato che si spezza in pezzetti”
“Biofilia: è una bella parola, significa figlia e bio è quello del negozio”

Quando si propone un’attività diversa, che discosta lievemente da quanto conoscono, da quanto sono abituati a fare o si aspettano di fare, fanno fatica a comprendere o sono diffidenti nell’affidarsi alla semplice comprensione e messa in pratica della consegna. Insomma, tendono a fare di testa propria. Allo stesso tempo temono di sbagliare. Credo dovrebbero semplicemente ascoltare un po’ più attentamente, liberi di provare, immaginare, sperimentare e perché no, sbagliare. Qualcuno ha trovato l’attività particolarmente stimolante, per qualcun altro invece è risultata noiosa.

Step 3: Lettura vera e propria

“Biofilia di Cathy Eliot, Storiedichi Edizioni.”

Shinrin-yoku

Bagno nel bosco
Immersi tra gli alberi, respiriamo.

Waldeinsamkeit

Stare soli in un bosco
Contempliamo quieti ciò che ci circonda.

Continua così, parola dopo parola per quattordici parole.

Ammil – Apertura con aletta aperta
Biofilia – Biofilia – Apertura con aletta aperta

La parola a destra, sull’aletta. All’apertura dell’aletta, a seguire – come un sottotitolo, un suggerimento a prestare attenzione, si scopre il suo significato. È un po’ come mettere un accento su un particolare: ciò che rende prezioso e unico quell’aspetto.

Ho apprezzato molto alcuni dettagli. Ad esempio nell’apertura di Gluggavedur, al di qua o al di là del vetro prima e dopo l’apertura dell’aletta. Dentro e fuori, fa la differenza.

Biofilia – Gluggadavedur – Apertura con aletta chiusa (“Di qua” del vetro)
Biofilia – Gluggadavedur – Apertura con aletta aperta (“Di là” del vetro)

Poi il glossario finale

Commenti a caldo

“Belloooo…”
“Avevo detto io che non erano parole italiane”
“I disegni sono bellissimi”
“Lo rileggiamo?”

Step 4: Biofilia nei… programmi ministeriali

I giorni successivi abbiamo fatto un lavoro con il vocabolario. In classe seconda, da programma (ebbene sì, questa volta propongo un’attività che rientra a pieno nel “programma”), si ripassa l’alfabeto per imparare a riordinare le parole – appunto – in ordine alfabetico, cercare termini sconosciuti e ampliare il lessico. Abbinare parole al loro significato. Scoprire cos’è un vocabolario e come funziona. Sperimentare.

Step 5: Laboratorio

Abbiamo riletto il libro. Ciascuno ha scelto una propria parola preferita, scegliendola tra quelle lette nel libro, quelle del dizionario o, perché no, inventandone una. E poi illustrandola.

Cascacalda “Una casa calda dove riposare”
Bifibi “Fresco vento in mezzo alla natura e al profumo dei fiori”
Ciaoku “Ciao uccellino”
Valtunkait “La valle autunnale dove tutti vengono a prendere le castagne”
Giostrellare “Fare le giostre, mentre ci si diverte”
Diocici “Tartarughe che si mimetizzano tra gli alberi”
Macchieforens “Una foresta piena di macchie molto belle”
Paesaggio “Vedere tante cose, belle o brutte, in una sola volta”

Concludendo…

L’idea di questa lettura parte dall’attenzione alle parole come gesto di cura. Ciascuna parola ha un proprio scheletro, una struttura, le lettere che la sostengono e un’anima, ciò che significa, ciò che vuole e può dire, il suo potenziale.
In classe ci stiamo interrogando molto sulle parole, dal punto di vista fonetico per imparare a scriverle correttamente, dal punto di vista ludico per conoscerle al meglio e fare poesie (“masticando le parole” – come suggerisce Chiara Carminati nel suo “Fare poesia”), dal punto di vista lessicale per ampliare il proprio bagaglio di termini, sinonimi e contrari, dal punto di vista contenutistico ovvero “cosa le parole vogliono dire” e infine nell’uso corrente: parole gentili per relazionarsi agli altri evitando di usare parole per ferire.

Abbiamo iniziato con “LABICI”, continueremo con “Dolci Parole” di C. Norac e C. K. Dubois, con “La grande fabbrica delle parole” di A. De Lestrade e V. Docampo e, infine, “La mia invenzione” di S. Vecchini e M. Giron, perché talvolta il silenzio può dire molto di più di mille parole. Senza l’ascolto, le parole non hanno senso di esistere.

La cosa bella?

Per chi vorrà, in orario extra-scolastico, martedì prossimo (10 dicembre ’24), ci sarà la possibilità di incontrare Cathy Eliot, autrice di “Biofilia” presso la Bottega di Storiedichi Edizioni. Un’occasione che non capita proprio tutti i giorni: quella di dare un volto e conoscere dal vivo l’autore di un libro che si è letto.

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