Dizionario di Babbo Natale
Benvenute e benvenuti a dicembre,
il mese che, senza fallo, per moltissimi bambini e bambine è il mese di Babbo Natale.
Dunque apro il mese con la recensione di un piccolo capolavoro, un gioiellino che finalmente arriva in Italia per Babalibri, si intitola Dizionario di Babbo Natale è di Grégoire Solotareff ed è tradotto da Paola Parazzoli.
Il Dizionario di Babbo Natale è esattamente ciò che è: un modo per conoscere Babbo Natale letteralmente dalla A alla Z.
Il sottotitolo ideale di questo libro potrebbe essere, parafrasando Woody Allen, “Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sul Babbo Natale e non avete mai osato chiedere”.
Il punto però sta proprio in ciò che uno vorrebbe sapere di Babbo Natale e qui arriva il genio di Solotareff.
Dalla A di Acrobata alla Z di zebra ciò che questo libro vi svelerà su Babbo Natale ha moltissimo a che fare con l’assurdo, con il nonsense, con l’immaginazione pura e la logica immaginativa… esempio perfetto è la C di Carciofo che si basa sulla litote: ciò che NON c’entra con Babbo Natale e ciò che Babbo Natale non è e non può essere.
Sì, preparatevi, questo è un libro che i bambini e le bambine adoreranno ma con cui i genitori, gli adulti in genere, si troveranno spiazzati. Ma che senso ha un libro del genere? Che senso ha giocare con le cose più assurde, persino quelle che non c’entrano nulla con Babbo Natale?
Ecco, direi che, a dispetto della logica adulta generalmente esercitata, la genialità del Dizionario di Babbo Natale sta tutta qui: nell’amalgama di logiche e strati di assurdo. Anche Babbo Natale fa parte dell’universo dell’assurdo, tutto sommato, anzi direi che è il re del regno dell’assurdo e della sospensione dell’incredulità, tuttavia siamo talmente convinti della logica di quell’assurdo che quando accadono cose assurde al re dell’assurdo ci pare… assurdo (!?).
Le parole che poi compongono il dizionario sono davvero interessanti: alcune sono aggettivi, altre verbi, altre ancora sostantivi ma non è questo il punto. Il punto è che vengono usate spesso per costruire contenuti “impropri”, guardate, ad esempio la parola qui sotto “prevedere”: cosa può prevedere babbo natale? Che regali vogliono i bambini? Che tempo farà la notte in cui dovrà volare per i cielo? Macché! Lui ha pensato ad un paio di stivali per i paesi caldi perché prevede che da quelle parti potrebbe avere caldo…
A tratti ho avuto la sensazione, che non escludo poter essere vicina alla realtà, che l’autore abbia “buttato lì” delle parole e a partire dalla parola scelta ha inventato il legame con Babbo Natale, se così è stato, o anche se così non è stato, si tratta di un processo logico-immaginativo estremamente interessante, utile e di facile riproducibilità.
Dunque il processo è questo: scegliere una parola, o estrarla anche a caso se vogliamo allenare ancora di più la capacità di improvvisare storie assurde ma logiche ( che sembra un ossimoro ma vi assicuro che così non è); poi a quella parola dare un significato laterale rispetto a quello che siamo abituati a pensare oppure collocarla in un contesto che crei una prospettiva straniante rispetto ai significati di senso normalmente intesi.
Immaginate quanti dizionari di Babbo Natale o di qualsiasi altra cosa potrebbero prendere forma applicando la logica immaginativa a parole che apparentemente hanno significati diversi, aprendo all’assurdo, alla sospensione dell’incredulità.
Lo so che vi state chiedendo che senso avrebbe fare un lavoro di questo genere con i bambini, che vi state domandando a cosa, a parte il puro divertimento, serva un libro come il Dizionario di Babbo Natale.
Ebbene, innanzitutto il puro divertimenti mi parrebbe da solo dare tutto il senso del mondo ad un buon libro per bambini, posto che per creare un libro divertente ci vuole una bravura superiore a quella che vediamo mediamente applicata in qualsiasi libro.
In secondo luogo allenare le logiche diverse da quelle normalmente utilizzate vuol dire far fare ginnastica al nostro cervello, usare parti di pensiero che normalmente non usiamo e che se restano inattive si atrofizzano e non funzionano più eppure le parti di pensiero laterale, quelle capaci di immaginare l’assurdo logicamente coeso nella narrazione sono quelle che vanno a costruire quelle parti di pensiero che hanno a che fare col pensiero critico, creativo e al problem solving, ovvero con quegli elementi che rendono l’essere umano tale.
Con il Dizionario di Babbo Natale non solo bambini e bambine verranno a conoscenza di moltissime cose di Babbo Natale che non avrebbero nemmeno immaginato, ma si alleneranno a riprodurre questa modalità narrativa per cui il nesso stretto tra parole e senso condiviso può allentarsi per creare nuovi sensi e nuove narrazioni di senso afferenti a logiche diverse.
Ecco, in un universo di libri stupidi su Babbo Natale, stupidi perché dicono un sacco di inesattezze su di lui ma soprattutto stupidi perché prendono i bambini per scemi, ecco che il Dizionario di Babbo Natale si staglia senza tema di ombre o smentite.
Non ci resta che immaginare quali parole vorremmo aggiungere al Dizionario di Babbo Natale e continuare il gioco iniziato da Solotareff.
Buon divertimento!