I Tillerman
Avete voglia di un bel romanzo di quelli corposi, intensi, emozionanti?
I Tillerman è quello che fa per voi, sicuramente!
I Tillerman è un romanzo di Cynthia Voigt edito da Il barbagianni con la traduzione di Marina Migliavacca, il romanzo ebbe una prima edizione molti anni fa per un altro editore ma ora per fortuna torna in libreria in versione integrale pronta per renderci felici lettori e lettrici.
La storia è presto detta, si fa per dire: un giorno Dicey, James, Maybeth e Sammy vengono abbandonati (forse involontariamente) in macchina dalla mamma, cioè lei scende dalla macchina mentre sono in viaggio, dice loro di aspettarla lì e non torna più… Insomma come fanno 4 bambini da soli senza mamma per strada? Loro decidono di non dire niente a nessuno, non chiedere aiuto per non rischiare di finire in qualche servizio sociale che potrebbe dividerli, e di cercare di raggiungere la destinazione verso la quale si erano messi in viaggio con la madre. Peccato che questa destinazione sia decisamente lontana e loro non abbiano nemmeno i soldi per un autobus. Non c’è che dire, l’autrice le ha pensate proprio tutte per mettere alla prova questi quattro protagonisti e lasciarli camminare per centinaia di chilometri in mezzo agli Stati Uniti.
Nulla sarebbe possibile, la narrazione innanzitutto, senza Dicey, la grande, ben 13 anni, di cui l’incipit ci dà l’unica, per iniziare, informazione centrale per far progredire in maniera veritiera la storia: lei sa leggere le mappe stradali.
Poi c’è James che di anni ne ha 10 ed ha un cervello che funziona molto ma molto bene, lui è appassionato di Storia e di storie, più che trovare la mamma a tratti si direbbe che gli interessa trovare una scuola per capire com’è stato possibile che la mamma li abbia lasciati.
E poi ci sono Maybeth e Sammy, Sammy è il bambino che si oppone inizialmente a tutto, il solo dal carattere ribelle, quello che mette più alla prova Dicey, ma al tempo stesso quello che risulta più “vero”, lui soffre l’assenza della mamma e lo dice, esplicita ciò che nessuno vuol nemmeno pensare. Sammy è forse il personaggio più di snodo, quello che opponendosi crea dei movimenti narrativi e di avventura importanti. Sammy è per altro l’unico depositario di una verità importante: la mamma lo ha sempre amato e lo ama ancora, è l’unico sicuro che non li avrebbe mai abbandonati volontariamente.
Maybeth, o Maybeth è un personaggio dolcissimo, una bambina di 7 anni silenziosa e lenta di ragionamento al limite del sospetto di un qualche ritardo cognitivo, una creatura fragile che si rintana nella sua fragilità, l’ombra di Dicey che solo Dicey comprende fino in fondo.
Non vi svelo, ovviamente, come accade che i bambini percorrano tutta quella strada e poi, una volta giunti alla presunta meta, si rimettano in moto verso una nuova meta… quest’ultima forse buona per fermarsi, non voglio togliervi alcun gusto di questo libro che ha nella scoperta dell’evoluzione narrativa uno dei suoi punti nodali, come sempre però vorrei soffermarmi con voi sulle forme che danno al contenuto la forza che ha.
I Tillerman è un romanzo scritto in terza persona con un narratore onnisciente che mai si lascia andare ad un commento, è come se restasse celato a guardare, insieme a noi, ammirato, come lo siamo noi, come cavolo faranno 4 bambini a cavarsela in una situazione limite come quella in cui si trovano. Solo grazie a questo narratore onnisciente e discreto riusciamo a entrare così bene nei 4 protagonisti e a vederli muovere dall’esterno, li sentiamo parlare tra loro e con gli sconosciuti, li vediamo agire e diventare, riga dopo riga sempre più vivi.
Se l’intreccio del racconto è sicuramente molto ben costruito e gestito mi pare indubbio che la forza del romanzo sia nella costruzione dei personaggi, tutti, non solo i 4 bambini che sono eccezionalmente concreti, ma anche i personaggi secondari e terziari, in primis Eunica e Abigail Tillerman ma anche le persone che i bambini incontrano nel loro percorso, alcune “buone” altre decisamente meno.
Sarà proprio, mi pare, il modo d’essere dei personaggi secondari e terziari a ridare ogni volta movimento al viaggio, motivo ai bambini di continuare a muoversi e viaggiare.
I Tillerman è un romanzo intenso, profondamente vero nel profondo, un romanzo sulla forza dei ragazzi e ragazze, dei bambini e delle bambine che ce la fanno non senza gli adulti, bensì nonostante gli adulti.
Potrei andare avanti a lungo a parlarvi dei Tillerman, dei bambini Tillerman e del romanzo I Tillerman, ma preferisco lasciarvi al libro vero e proprio, a questa lettura che spero vi catturerà come ha catturato me, grazie alla sua buona scrittura, certo, e all’avventura avvincente, sicuramente, ma soprattutto grazie a questi quattro meravigliosi personaggi che vi resteranno nel cuore e che permetteranno a lettori e lettrici di età diverse di immedesimarsi in questa storia che ha il respiro della saga familiare.