Il Grinch

Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.

“Il Grinch”

Età: da 4 anni
Pagine: 64
Formato: 13 x 20
Anno: 2023
Editore: Mondadori
Autore: Dr. Seuss

Oggi in cartella un piccolo libro, formato tascabile. Il libro perfetto per questo periodo pre-natalizio. Anche i colori s’intonano a pennello. È il libro ideale per alleggerire lo zaino, nel vero senso della parola, ma anche metaforicamente parlando.

Oggi in cartella il Grinch.

Testi brevi e illustrazioni esplicative, inconfondibilmente riconducibili all’autore, per il tratto, la penna e, più in generale, lo stile narrativo.
La rima scandisce il ritmo e dona musicalità alla storia. La narrazione diventa così, simile a quella di un cantastorie.

Quando ho pensato di proporre questa lettura ai miei alunni di classe seconda, l’unico dubbio era legato alla notorietà del personaggio, conosciuto perlopiù attraverso i film o il cartone animato e divenuto quasi unicamente un’entità commerciale.
Non escludo la visione dell’uno e dell’altro, ma ove possibile a me piace partire sempre dal libro ed è proprio quello che ho fatto.
La proposta è stata accolta con entusiasmo.
La lettura per fortuna conserva ancora un fascino a sé.

Perché questa lettura

Una lettura leggera e divertente si è resa necessaria e indispensabile in questo periodo iperfrenetico dell’anno. Tra saggi, concerti, cene ed eventi, la scuola e lo spazio della lettura rimangono, forse, l’unica ancora di salvezza per assaporare il tempo dell’attesa altrimenti riempito di troppe cose.

Per me questo tempo dovrebbe esser “Gluggavedur” come raccontato in Biofilia, letteralmente “tempo da finestra” in islandese, il tipo di tempo che è bello godersi stando in casa o – aggiungo io – stando in classe, ma durante il quale non sarebbe altrettanto bello stare fuori, con la nebbia e il freddo pungente di questi giorni.

Dopo il Grinch, al ritorno delle vacanze, proporrò un libro dello stesso autore in lingua originale: One fish, two fish, red fish, blu fish.

La lettura in classe

Le rime del Dr. Seuss in questi giorni hanno aperto o chiuso la lezione, come una coccola.

Prendo il libro.
Lo mostro.
È piccolino, non suscita interesse.
Ci impiegano un po’ a leggere il titolo perché è scritto in verticale dal basso verso l’alto.
Poi decifrano la scritta… ed è subito euforia.
“È il Grinch!!!”

C’era una volta, indovinate un po’,
una città chiamata Chi-non-so
piena di gente simpatica e cordiale
che amava soprattutto la gran festa del Natale.

C’era soltanto il Grinch che non l’amava affatto:
anzi, solo a pensarci diventava mezzo matto.
Chiuso nella sua grotta sul monte Briciolaio
Pensava che il Natale fosse un grosso, orrendo guaio!

Nessuno sa il motivo di quell’odio micidiale:
vi prego di non chiederlo, sarebbe tempo perso.
Saran state le scarpe che gli facevan male,
o forse la sua testa avvitata di traverso.
Ma se proprio insistete vi do la mia opinione:
per me era nel suo cuore la probabile ragione,
un cuore troppo piccolo almeno di tre taglie,
e il Grinch ci soffocava come in mezzo a due tenaglie.

Già dall’incipit il preludio.

Quante volte con i bambini si intuisce subito la “giornata di traverso” per mille e più ragioni?
Capriccio dopo capriccio tutto è un’escalation finché, oltrepassato il limite, si raggiunge il culmine e poi dopo un bel sonno, dopo un bel pianto, dopo…
ritorna il sereno.
Tutti in fin dei conti siamo un po’ Grinch, grandi e piccoli. E non lo dico per cadere in banali moralismi, ma semplice realismo.

La storia continua, come ben si sa, con questo buffo personaggio profondamente irritato da tutto quanto concerne il Natale, dalle luci, al pranzo, alle manifestazioni d’affetto, ai canti, allo scambio dei regali. Fino a quando non gli viene un’idea geniale, ossia quella di rubare il Natale! Si attrezza per benino, trasforma il suo cane Max in renna, si cuce un vestito rosso da Babbo Natale ed entra in azione.

Ogni qualvolta sospendevo la lettura in automatico il coro… “No, andiamo avanti ancora un pochino… per favooore

Una favola moderna che interseca elementi realistici e fantastici, e con una morale dichiarata fin dalle prime pagine.
La morale ha a che fare con il comportamento squisitamente umano, ha a che fare con le scelte, con la distinzione del bene e del male mediante determinati criteri di giudizio.
Eppure, per quanto esplicita, la morale risulta efficace solo se parte dal di dentro, se è frutto di un’esperienza personale profonda che non viene imposta dall’esterno.

A seguire un piccolo laboratorio.

Un’attività manuale, il tempo del fare, il tempo del costruire, il tempo dell’intrecciare.
A mio avviso nella scuola odierna, più che mai, c’è bisogno di svolgere attività manuali pratiche. Non escludo le competenze tecnologiche e teoriche, ma da sole non bastano. L’esperienza è fatta di fatti, non di parole. E “fare”, insieme, in silenzio, è qualcosa di davvero speciale.
Sembra non ci sia più il tempo per “fare”. Invece il tempo del fare è un tempo prezioso e va recuperato. Nel fare pratico e concreto si sciolgono le tensioni, si alleggeriscono i pensieri, si allena la pazienza e la motricità fine. E, nel fare insieme, chi non sa fare… impara.
Materiali:
– lana (tanta lana)
– forbici
– cartoncino
– silenzio

Come dice la mia amica Silvia: “Alla lana non piacciono le voci alte… sennò si arriccia”.

Ho mostrato il mio pon pon. Ho dato un paio di indicazioni. Dopodiché si sono auto organizzati. Ognuno ha tagliato i propri cerchi di cartoncino su cui avvolgere la lana, qualcuno ha preparato i fili, qualcuno ha chiesto aiuto, qualcuno ha aiutato.

Il tempo è volato

Tanti piccoli pon-pon “grinchosi” perché tutti a volte facciamo degli inspiegabili dispetti. Ammetterlo porta alla consapevolezza. Sapere che anche agli altri capita ci fa sentire meno cattivi.
Tra gioco, finzione e realtà l’occasione per divertirsi e riflettere su di sé.

Infine un gioco a tema in palestra

Prima la lettura di qualche pagina e, a seguire, un grande gioco.
Quattro basi, ossia quattro villaggi.
Ciascuna base possiede dei regali, ossia dei palloncini.
Gli abitanti di ciascun villaggio temono il Grinch. Tuttavia son loro stessi il Grinch per gli altri.
Obiettivo del gioco far emergere il Grinch che è in noi e portar via più regali possibili. Quando un bambino viene toccato deve fermarsi e potrà esser liberato da un compagno passando sotto le sue gambe. Chi entra in base avversaria conquista l’immunità, prende un regalo e torna alla propria base. Un gioco che richiede molte energie, ma alla fine del tempo di gioco tutti i bambini si sono divertiti così tanto da esser tornati buoni e gentili perché le risate curano la rabbia.

Concludendo…

Natale è alle porte. E proprio quando il tempo sembra venir meno significa che è tempo di fermarsi, sedersi e leggere una bella storia.

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