Il Natale sono io!

Perché Natale dura un giorno soltanto?

Quanti bambini e bambine si saranno posti questa domanda negli ultimi decenni?

E quanti alberi di Natale?

Non so quanti alberi di Natale abbiano la consapevolezza e la volontà di Abele, il protagonista del libro che vi racconto oggi, e tuttavia sono sicura che qualche alberello, poi buttato via o piantato in giardino quando si può, se lo sarà pure chiesto…

In questo secondo lunedì di dicembre il libro che voglio raccontarvi e raccomandarvi di cuore è Il Natale sono io del genio di Olivier Tallec edito da Clicly, un libro inatteso, sì, non me lo sarei aspettata così intenso, sono sincera.

Adoro Tallec e le aspettative erano alte tuttavia il tono che questa narrazione prende, così lontana dalle mistificazioni e mercificazioni del Natale mi ha stupita, colpita e convinta ancora di più che Tallec è un genio che sa raccontare le verità profonde a bambini e bambine.

La storia narrata è quella di Abele, un piccolo abete che ha una sola aspirazione nella vita: lui non vuole diventare un mobile Malmo per una famosa industria svedese, né una scatola di fiammiferi, no. Abele vuole essere un bellissimo albero di Natale adornato delle cose più belle.

Si applica il più possibile, spazzola i rami tutti i giorni, si mette dritto dritto quando passano a controllarlo ma le cose non sembrano evolvere come lui sperava e dunque non resta che darsi alla fuga per esaudire il grande sogno della vita.

La fuga va a buon fine ed Abele diventa un magnifico piccolo albero di Natale… per un giorno…

Non vi dico come va a finire il libro ma mi fermo su due aspetti: il primo, fondamentale, questo è un libro che racconta il punto di vista dell’albero, il narratore lo segue con fedeltà ed empatia nell’espressione e realizzazione del suo sogno ed anche nella suo decisamente meno poetico epilogo.

La seconda: la delicatezza ed ironia con cui Tallec traduce questa narrazione in parole e immagini. Le parole pulite, nette, narrative al punto giusto ma che sanno lasciare uno spazio immaginativo ed interpretativo straordinario alle immagini in cui avviene tutto il resto della narrazione, ovvero la parte più profonda, quella in cui noi sentiamo, perché lo vediamo, lo stato d’animo di Abele. La sequenza del tempo che si muove tra tavole piene e scontornate, in cui sempre gli occhi di Abele segnano il passo della narrazione e catturano gli occhi del lettore e della lettrice.

Tallec ancora una volta dimostra di avere un orecchio acerbo potente e di stare sempre dalla parte dei bambini e delle bambine, e anche dell’albero, alias dalla parte di chi potrebbe venire ingannato dai bagliori di narrazioni false e devote ad un Dio che non è quello delle narrazioni.

Come tutti i grandi libri Il Natale sono io è un albo che si presta a molteplici letture e interpretazioni, ad iniziare dalla prima essenziale e perfettamente calibrata, quella letterale.

Il Natale sono io è una lettura perfetta per questo Natale, una lettura che vi metterà alla prova sotto diversi aspetti, che sotto il sorriso vi porterà un sacco di pensieri… per me questo è uno dei migliori libri di sempre sul Natale!

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