Il primo gatto nello spazio mangia la pizza

Dunque, Mac Barnett è un autore che mi piace moltissimo, lo sapete, solitamente, scrive albi illustrati, cosa che gli riesce piuttosto bene, questa volta però ho tra le mani un suo libro in fumetti e se da un lato la curiosità mi ha presa subito, dall’altro mi è venuta paura di venire delusa, è terribile essere delusi da autori che si amano moltissimo, succede ed è proprio brutto, lo dico per esperienza!

Ma, potete tirare insieme a me un sospiro di sollievo: il Mac Barnett del libro che vi racconto oggi non solo è in ottimissima forma ma è accompagnato da un autore di fumetti decisamente all’altezza dell’avventura incredibile messa in scena da questo libro.

E allora veniamo a lui, il libro protagonista, l’eroe di oggi…

Il primo gatto nello spazio mangia la pizza di Mac Barnett e Shaw Harris edito da Terre di mezzo con la traduzione di Sara Ragusa.

Il primo gatto nello spazio mangia la pizza è un fumetto, un graphic novel se preferite dire così, racconta un’avventura a fumetti che sarebbe molto difficile collocare tra la fantascienza, il nonsense, il viaggio dell’eroe… a tratti l’horror o il giallo… Insomma Il primo gatto nello spazio mangia la pizza è un fumetto ibridissimo che si diverte a giocare con ogni componente e anche oserei dire stereotipo che riguarda i fumetti per ragazzi… la componente metanarrativa di questo fumetto è decisamente importante ma ci torno tra poco.

I fatti sono questi: dei topi dell’Universo atterrano sulla luna e iniziano a mangiarla il che produce degli effetti catastrofici sulla Terra. Ci sono solo 2 giorni e mezzo per salvare la Luna, e forse quindi di conseguenza anche la Terra, e si decide di inviare sulla luna l’arma segreta più potente mai escogitata: un gatto.

Dunque abbiamo

  • un gatto
  • un robot tagliaunghie clandestino che si rivelerà essere molto più di quanto sembri
  • la regina della luna
  • il robot di bordo tradito e geloso che cerca di prendersi il ruolo da eroe ma finisce per veni sempre ricacciato dietro il sipario
  • diversi ratti e una molteplicità pazzesca di personaggi secondari che richiamano ogni tipo di storia, mito o fiaba vi possa venire in mente.

In questo caos di personaggi poche cose vi risulteranno certe: il gatto fa solo MIAO e l’eroe non è che pensate che sia.

Riuscirà la spedizione di gatto regina e robot tagliaunghie a salvare la luna?

Non ve lo dirò mai, ovviamente, ma vi dico cosa invece è assolutamente degno di nota di questo fumetto.

Innanzitutto la comicità. Merito assoluto di Barnett e del suo compare Harris e di pochissimi grandi autori e libri per ragazzi. Con Il primo gatto nello spazio mangia la pizza riderete di gusto, l’assurdità dell’intera evoluzione narrativa e della costruzione dei personaggi è tale da non lasciare scampo al sorriso, alla sorpresa e alla risata.

In secondo luogo la consapevolezza della metacostruzione narrativa: ogni personaggio non solo sa qual è il proprio compito nella logica della storia, ma sa benissimo di ricoprire un ruolo specifico all’interno della struttura narrativa! Eccola qui la metanarrazione che viene fuori, i rimandi espliciti al libro sono tanti, il gioco su chi sia o meno l’eroe della storia è talmente insistito da generare ironia e divertimento.

In tutto questo il gatto è il personaggio più assurdo di tutti: decisamente meno protagonista di quanto non si potrebbe pensare, a lui e soprattutto alla sua fetta di pizza che non riuscirà a mangiare per tutta l’avventura viene dato il ruolo di segnare i passaggi di intreccio narrativo.

La domanda alla fine cambia, ad un certo punto non vi troverete più a chiedervi se riuscirà il nostro (non)eroe a salvare la Luna dai ratti quanto, piuttosto, riuscirà il nostro (non)eroe a mangiarsi ‘sta benedetta fetta di pizza?

Forse, tutto sommato, col senno di poi, dopo la lettura, mi viene da pensare che il centro di questo libro non stia tanto nell’avventura (che ovviamente fa da pretesto narrativo per le follie di Barnett e Harris), quanto nei personaggi.

Il primo gatto nello spazio mangia la pizza è una palestra mostruosamente eccezionale di costruzione e vivificazione dei personaggi, dei loro ruoli e delle relazioni e se poi pensiamo che tutto questo ruota, nella maggior parte dei casi nel senso dell’assurdo che è il regno in cui Barnett si muove in maniera più geniale secondo me potete intuire che il libro ha di che dire e non solo per la storia che racconta.

Il prossimo che mi dice che la lettura di fumetti non è lettura vera e seria lo rincorro fin sulla luna!

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