C’era una volta e ancora ci sarà

Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.

C’era una volta e ancora ci sarà

Età: da 7 anni
Pagine: 52
Formato: 26.5 x 20.5
Edizione: 2021
Editore: Orecchio Acerbo
Autore: Johanna Schaible

Oggi in cartella un albo illustrato. Formato rettangolare, copertina rigida, spessore sottile. Il titolo bianco su fondo nero si contraddistingue. L’illustrazione minimalista ed estetica cattura lo sguardo, fin dal primo momento.

Oggi in cartella “C’era una volta e ancora ci sarà

di Johanna Schaible edito da Orecchio Acerbo.

Più passano gli anni, più albi illustrati leggo, più ho l’impressione che la scelta di leggere sia imprescindibile per il mio lavoro, indipendentemente dalla materia che si insegna.
Leggo prima, dopo, e durante. Leggo prima di far ginnastica, leggo quando faccio musica, leggo anche qualche picture books, leggo durante le lezioni di italiano, leggo per introdurre la lezione di storia.

Ecco, la lezione di storia.

Il libro di oggi è un vero gioiello, cartograficamente e contenutisticamente parlando. La trasmissione simbolico-concettuale funziona alla grande. Incanta i bambini. È un libro scientifico, storico e poetico contemporaneamente.

Un libro che altro non è che una linea del tempo trasformata in un susseguirsi di pagine e, anziché limitarsi a narrare in ordine cronologico fatti avvenuti in un tempo passato, arriva al presente e oltre, lasciando spazio al futuro.

Quanto è difficile far comprendere, soprattutto ad alcuni bambini, il tempo, l’arco temporale, ciò che accade prima, ciò che accade dopo. I bambini fino ad un certo momento non sembrano in grado di poter accogliere il concetto di tempo, così complesso ed astratto. Per loro il tempo è il presente, l’adesso, l’ora. Il passato è qualcosa di lontano. Il futuro si traduce in impaziente attesa. Eppure ci si confronta con il tempo costantemente. Costantemente esso scandisce le nostre giornate.

Il tempo si vive, non si insegna.

Ecco allora che un buon libro a figure può aiutare a introdurre concetti troppo grandi per un bambino. Ai bambini del ciclo precedente proposi “Siamo noi la storia”, un libro che, letto nell’arco degli anni a partire dalla classe terza, sortì effetti che rimasero impressi nei bambini molto più di una classica lezione frontale. Quest’anno ho pensato a “C’era una volta e ancora ci sarà”.
Le pagine da un lontanissimo passato sino al presente si rimpiccioliscono, poco per volta. Uno sguardo attento può cogliere il tempo che passa. Arrivati al centro del libro si riparte verso il futuro, di cui non si hanno risposte, ma per cui ci si possono porre domande e immaginare, ipotizzare e sognare risposte.

La linea del tempo

Si è soliti rappresentare sempre il tempo con una linea. E credo che sia per questo che alcuni bambini facciano particolarmente fatica a comprenderla. Il tempo non è lineare.
Il tempo è movimento, è storia, è vita.
Insomma, un libro che trasporta il lettore dal passato al presente e dal presente al futuro. Tavola dopo tavola rende visibile lo scorrere del tempo, il mutare degli ambienti e delle persone. Un libro che narra. Non offre risposte ma suscita domande, spunti su cui riflettere.

Un libro bellissimo!

Le illustrazioni sono sempre a doppia pagina, piene, l’unico spazio bianco è quello riservato al testo, breve ed incisivo.

Ed ecco l’esperienza di lettura in classe.

“C’era una volta e ancora ci sarà di Johanna Schaible, edito da Orecchio Acerbo.

Miliardi di anni fa, le terre prendevano forma.

Milioni di anni fa, i dinosauri abitavano il pianeta.

Centinaia di migliaia di anni fa, gli esseri umani si spostavano da un luogo all’altro”.

Continua così la storia. Per sommi balzi nel tempo. Si passa poi a migliaia di anni fa, a cento anni fa, a dieci anni fa, poi a un anno fa, un mese fa, una settimana fa, un giorno fa, un’ora fa, un minuto fa. Ora.

In realtà non è stata un’unica lettura. Abbiamo letto in classe questo libro più e più volte per il semplice piacere di leggerlo. Alcuni bambini lo sapevano quasi a memoria. Il piacere di partire da lontano per arrivare vicino. Come una corsa. E i bambini adorano correre. Per poi fermarsi un attimo, al centro, prender fiato, e ripartire.

Ecco cosa abbiamo fatto.

Ci abbiamo lavorato parecchio, a voce e sul quaderno.
Ieri, oggi, domani.
Prima, adesso, dopo.
Passato, presente, futuro.

Classe seconda, scuola primaria. Da programma: la storia personale.
Da qui l’idea, perché non ripensare alla propria storia sullo stile di “C’era una volta e ancora ci sarà”?

Quindi sul quaderno ciascun bambino ha provato ad interrogarsi e a dare risposte.

È stato molto interessante.

Alle prime tre domande tutti hanno risposto in scioltezza. Dalla terza in poi l’incognita.
Qualcuno il mese prossimo incontrerà l’amico del cuore, qualcuno una persona che non vede da tanto tempo ma avrebbe voglia di incontrare, qualcuno un piccione. Nessuno ha dubbi su come festeggerà il proprio compleanno.
Tra dieci anni qualcuno vivrà ancora a Venezia, qualcuno a Londra, qualcun altro a Parigi e qualcuno a New York. Da grande qualcuno scoprirà un fossile, qualcuno un nuovo dinosauro, qualcun altro un nuovo brand di cosmetici, qualcuno proprio non lo sa e queste domande difficili lo stanno facendo impazzire. A volte è più facile trovare risposte a domande di scienza che a domande personali.
Su cosa ricorderai per sempre le risposte sono state varie, dai più furbi che hanno giocato sulla risposta alla domanda precedente, quindi ricorderanno la loro scoperta, a chi ricorderà la propria mamma, chi la moglie, chi la famiglia e più di qualcuno ha scelto la scuola.

Quanto importanti sono per i bambini questi anni di scuola.

Quanto è importante per loro star bene in questo luogo. Quanto importante è sostenere una buona motivazione ad apprendere. Tutto ciò fa riflettere.

La maggior parte avrà dei figli, qualcuno no. Il ripensare a qualcosa quando si sarà vecchi ha davvero mandato più di qualcuno in confusione.
Infine cosa desideri per il futuro e qui due linee di pensiero, una più personale, una vita felice o utilitaristica, essere ricco e una a più ampio respiro, pensando al mondo e alla possibilità che cessino le guerre.

Questo libro è davvero piaciuto moltissimo, così ho pensato di realizzare per ciascun bambino una matrice in formato A5 e poi, attraverso la scrittura a ricalco, ciascuno avrebbe narrato la propria storia.

“7 anni fa sono nato io”
“6 anni fa, ho compiuto un anno”
“5 anni fa, ho compiuto due anni e sapevo fare tante cose”
“4 anni fa, ho iniziato la Scuola dell’Infanzia”
“3 anni fa, ho compiuto 4 anni. Ogni giorno una scoperta”
“2 anni fa, ho compiuto 5 anni. Ecco i miei amici.”
“Sedici mesi fa ho iniziato la Scuola Primaria”
“Ora ho 7 anni e frequento la classe seconda.”
“Quando mi alzerò domattina?”
“Cosa mi porterà il fine settimana?”
“Come festeggerò il mio compleanno?”
“Dove vivrò tra dieci anni?”
“Cosa scoprirò da grande?”
“Cosa ricorderò per sempre?”
“Cosa desidero per il futuro?”

Mi piace lasciarli lavorare liberi di esprimersi

I “matematici” hanno apprezzato il gioco di numeri. Gli “anticipatari” sono andati in confusione”. I “creativi” hanno incollato i testi stile manga. I “distratti” non hanno ascoltato le indicazioni e hanno incollato un po’ a caso o perso pezzi di testo per strada.
Nel mezzo io mi sono pentita delle mie idee, come spesso accade. Poi per fortuna o per pazienza abbiamo comunque sistemato tutto e ritrovato la serenità.

“Chiara, hai visto?”

“Nel libro le risposte del passato sono a sinistra, le domande del futuro sono a destra”

Adoro quando un bambino fa queste scoperte e coglie l’intento dell’autore. La grafica talvolta è più potente delle parole. O meglio, il significato è lo stesso, ma arriva al lettore in maniera molto più diretta.

“Come festeggerai il tuo compleanno?”

Questa domanda dimostra quanto l’autore conosca l’animo bambino. Il compleanno è l’evento temporale più autentico e l’esperienza più vivida di cosa sia il tempo e del suo passare. Anche “Un minuto” di Somin Ahn (LINK) riesce ad esprimere bene il concetto di tempo, anche se il frangente scelto è molto più limitato.

Interessante infine che la possibile risposta alle domande sia data dall’illustrazione.

Concludendo

Dalla macrostoria alla microstoria, dalla storia del mondo alla nostra storia perché alla fine, come sosteneva Manzoni, è la “piccola storia” a fare la “grande storia” e io credo che proprio il sentirsi parte di questa storia faccia di ciascuno di noi un uomo e una donna, un cittadino consapevole, capace di prendersi cura degli altri e del proprio tempo.

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