La spaventosa paura di Epiphanie Frayeur
La paura.
C’è chi ha paura dei topi, chi dei ragni, chi del buio, chi persino della propria ombra.
Questo è il caso della protagonista del libro di oggi, Epiphanie Frayeur, una bambina di otto anni e mezzo cresciuta di statura molto meno della sua paura.
Oggi vi racconto la sua storia, o meglio vi racconto del libro che racconta la sua storia: La spaventosa paura di Epiphanie Frayeur di Gauthier e Lefèvre edito da Tunuè con la traduzione di Stefano Andrea Cresti.
La spaventosa paura di Epiphanie Frayeur è un fumetto che racconta di un viaggio, il topos letterario, anzi i topos letterari che fa da modello e sottofondo alla storia di Epiphanie sono diversi ma in primis segnerei: il bosco, il viaggio e Alice nel paese delle meraviglie (e Il Mago di Oz).
Sì Alice perché Epiphanie, proprio come lei, è come se cadesse dentro un luogo in cui e da cui cercare di districarsi. Epiphanie cade nella sua stessa paura e al tempo stesso se la tiene sempre attaccata addosso essendo la sua ombra, e con lei inizia una ricerca, in questo mondo fantastico in cui moltissime logiche risultano sovvertite e tante storie si incrociano, verso ciò che potrà liberarla dalla paura.

Dal dottor Psyche al parrucchiere che cerca di gestire i capelli che si rizzano sulla testa al bellissimo personaggio di apertura che, avendo perso la sua serietà fluttua leggero in aria e deve essere tenuto agganciato ad un filo per non volar via, Epiphanie, che già il nome è tutto un programma, attraverserà l’assurdo, un assurdo tanto assurdo da far risultare ad un certo punto la sua ombra, e la paura della sua ombra, come accettabili, tutto sommato affrontabili.
La cosa più bella di La spaventosa paura di Epiphanie Frayeur, che ha delle tavole notevolissime, è a mio parere senz’altro la sceneggiatura così ironica, filosofica costruita con una retorica sottilissima da far sorridere molto spesso pur trovandoci, con Ephiphanie in un posto alquanto strano seguiti da un’ombra spaventosa.

Mi pare che anche in questa ironia e retorica (uso la parola nel senso proprio e positivo del termine) ci sia una vicinanza col modello topico di Alice nel Paese delle meraviglie.
Lungi dal minimizzare o normalizzare la paura, La spaventosa paura di Epiphanie Frayeur si concentra sulla narrazione della stessa mettendone in luce tutta la forza e tutta la debolezza e creando un percorso che è propriamente un viaggio di formazione in cui la nostra protagonista riuscirà forse un pochino se non a liberarsi a prendere coscienza.
Per chi è questo libro?
Direi per tutti i lettori e le lettrici dai 9 anni in su, è una lettura che regge benissimo anche da più grandi, a dispetto dell’età dichiarata della protagonista, con il suo stato d’animo e la paura che l’assale ci si può immedesimare a diverse età o ritrovarsi nel tempo pensando ad un passato da poco trascorso.

Insomma La spaventosa paura di Epiphanie Frayeur mi è parso un fumetto denso e intenso che sa stare sempre sul confine che tiene al di qua dell’eccesso di costruzione retorica grazie alla contestualizzazione che rende testo e immagine, e il modo di esprimersi dell’uno e dell’altra, perfettamente solidali nel condurre la narrazione giocata sui toni dell’assurdo a partire da qualcosa di estremamente frequente come la paura.
p.s. bellissimo il tratto di viaggio percorso con Don Chisiotte della Mancia, il re dei topoi letterari legato alla follia
p.s.2: il font con cui è scritto il libro è davvero piccolissimo per cui è vero che il maiuscolo agevola e che i bambini hanno spesso una buona vista ma diciamo che, pur tenendo un buon impianto grafico, avrei decisamente apprezzato il dover fare meno fatica a decifrare le piccole lettere 🙂
