La strada di Winnie Puh
Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.
“La strada di Winnie Puh”
Età: da 6 anni
Pagine: 192
Formato: 13 x 18.6
Edizione: 2019
Prima edizione: 1993
Editore: Salani
Autore: A. A. Milne
Illustratore: E. H. Shepard
Oggi in cartella un libro di narrativa. Un grande classico della letteratura per l’infanzia letto da tantissimi bambini. Un libro che ha attraversato generazioni di lettori mantenendo intatto, nel tempo, il suo fascino.
Oggi, in cartella, “La strada di Winnie Puh”
Scritto da A. A. Milne, illustrato da E. H. Shepard e pubblicato in Italia da Salani nel 1993 nella traduzione di Luigi Spagnol.

Quest’opera fa parte di un quartetto scritto da A. A. Milne nel secondo decennio del ventesimo secolo.
La saga inizia con “When We Were Very Young” (Quando eravamo molto giovani), una raccolta di poesie pubblicata nel 1924 e in cui l’amato orsacchiotto fa la sua prima timida apparizione. Seguono poi i due libri di racconti che hanno reso immortali le avventure di Christopher Robin e dei suoi adorati peluche: “Winnie-the-Pooh” (1926) e “The House at Pooh Corner” (1928), in italiano tradotto con “La strada di Winnie Puh”. Il ciclo si completa nel 1927 con una seconda raccolta di poesie, “Now We Are Six“.
Alan Alexander Milne (1882 – 1956) non nasce come scrittore per l’infanzia. La sua penna si era già distinta nel giornalismo, nella narrativa per adulti, nella poesia e nel teatro. Fu la nascita del figlio Christopher Robin, nel 1920, a spalancare le porte di un nuovo universo letterario. Le storie che padre e figlio si raccontavano sarebbero diventate il seme di uno dei successi più duraturi della letteratura per ragazzi.
La genesi di questo mondo incantato ha del poetico: nell’estate del 1923, durante una vacanza in Galles con il figlio di tre anni, Milne si ritrovò bloccato dalla pioggia. Cercando rifugio dalla noia e da una compagnia non particolarmente gradita, si chiuse nella sua stanza e iniziò a scrivere poesie per bambini. Al termine di quella vacanza piovosa, aveva già composto più di un quarto delle poesie che sarebbero confluite in “When We Were Very Young“.
“Winnie Puh“, pubblicato tre anni dopo, ci presenta un mondo dove la semplicità diventa magia.
I suoi protagonisti – l’orso Puh e i suoi amici – hanno teste riempite solo di soffice peluria grigia, un dettaglio che li colloca fermamente nel regno dei giocattoli. Eppure, proprio questi personaggi apparentemente semplici rivelano sfumature caratteriali molto articolate e vivono avventure memorabili: la quasi-cattura di un misterioso Guzzo, l’incontro con un Effalumpo, lo smarrimento e il ritrovamento di una coda, la scoperta del “Palo Nord”, una festa indimenticabile in onore di Puh. Il guaio è che Christopher Robin, quando cerca di ricordare tutto questo, a volte se ne dimentica.

Perché ho scelto di leggere “La strada di Puh”
Il più delle volte non sono io a scegliere i libri, ma sono i libri che scelgono me, catturano la mia attenzione e io mi lascio guidare, senza fare troppe domande. Vado dove mi portano.
La scelta di portare in classe proprio “La strada di Puh” non è casuale.
I cortometraggi animati della Disney, pur essendo arrivati in Italia dopo dei libri (1997), hanno trasformato Winnie the Pooh in un’icona pop dai contorni molto diversi dall’originale letterario.
Il testo originale ha tutt’altro spessore, è l’origine, la fonte.
Personalmente, ho pensato alla vicinanza d’età tra Christopher Robin e i miei alunni di seconda elementare e ho pensato anche al fascino di questi racconti che furono scritti un secolo fa. Pensare a quanti bambini hanno letto queste storie in questo arco di tempo e pensare di poter condividere questa lettura con i miei alunni l’ho trovata un’occasione preziosa.
Aggiungo che è errore comune considerare le storie di Winnie the Pooh adatte solo ai più piccoli. Vi assicuro che non è così. Ora vi racconterò la lettura ad alta voce in classe e gli inaspettati risvolti.

Prendo il libro
“Cos’è?”
Aspetto.
Leggono.
“La strada di Winnie Puh”
“Ma è scritto diverso… non si scrive Pooh?”
Inizio a leggere
“La strada di Winnie Puh. Autore A. A. Milne e casa editrice Salani”
“Per che nome sta A. A.?”
Quindi data la curiosità leggo loro le note sull’autore nella prima pagina: “Alan Alexander Milne, A. A. per gli amici…” e leggo anche qualche riga dalla nota alla traduzione in cui si spiega perché la traduzione italiana ha scelto Puh anziché Pooh. Poi proseguo.
Capitolo primo.
Nel quale viene costruita una casa per Isaia nella Strada Puh.
Un giorno che l’orso Puh non aveva nient’altro da fare, decise di fare qualcosa, perciò andò a casa di Porcelletto per vedere che cosa stava facendo lui. Stava ancora nevicando quando Puh trotterellò per i bianchi sentieri della Foresta e si aspettava di trovare Porcelletto a scaldarsi le zampe di fronte al fuoco, ma invece notò con sorpresa che la porta era aperta e più ci guardava dentro più porcelletto non c’era.
“È fuori” concluse Puh tristemente. “Ecco che cos’è. Non è in casa. Dovrò fare una breve Passeggiata Meditabonda da solo. Noia!”
Ma prima pensò di bussare molto forte alla porta proprio per essere assolutamente sicuro… e intanto che aspettava che Porcelletto non rispondesse, saltellò su e giù per tenersi caldo, e gli venne improvvisamente in mente una canzoncina, che gli sembrava una Bella Canzoncina, da Cantarsi agli Altri col Cuore Colmo di Speranza”.


Questo l’incipit e già da qui si possono cogliere i tratti caratteristici di questo testo.
In questo libro troviamo sicuramente molta fantasia, della filosofia, abbondante poesia e molta amicizia.
Canzoncine, filastrocche, sottile ironia accompagnano i racconti pagina dopo pagina.
Inizia con il costruire una casa per Isaia, poi l’incontro con Tigro e scoprire la colazione adatta a lui, quasi incontrare di nuovo un Effalumpo, inventare un gioco, sbalzare Tigro, compiere un’azione eroica e infine dire Addio a Christopher Robin.
Circa un capitolo al giorno, le prime settimane, poi abbiamo un po’ allentato e infine abbiam ripreso.
Semplice lettura ad alta voce. A volte al mattino prima di iniziare la lezione, a volte al pomeriggio per concluderla. A volte abbiamo letto in classe, a volte in palestra e qualche volta in giardino.
Le illustrazioni di Shepard sono meravigliose, al tratto, in bianco e nero.

I capitoli sono piuttosto lunghi, circa 15 pagine ciascuno, qua e là qualche immagine piccola o grande.


Commenti a caldo
“Allora Isaia sarebbe Ih-Oh. Porcelletto Pimpi. Guro è Ro. Gufo è Uffa. Gli unici uguali sono Tigro e Cristopher Robin. Io però non capisco perché abbiano cambiato tutti i nomi”
“A me piacciono di più i nomi originali. Porcelletto è molto più bello di Pimpi, no? Vuoi mettere?”
“Chiara oggi leggiamo due capitoli visto che ieri non abbiamo letto”
“Nooo, anche oggi dobbiamo leggere Winnie…”
“Ho pensato che nella bacheca della poesia potremmo trascrivere una delle poesie di Puh” [a scuola in entrata abbiamo la Bacheca della Poesia, dove ciascun bambino può contribuire con i propri componimenti, c’è spazio per tutti e varia in base al periodo]

“A me le canzoncine di Puh fanno molto ridere”
“Anche a me, più che altro ti restano in mente e vai avanti davvero a cantarle tutto il giorno”
“Davvero è stato scritto 100 anni fa?!? Wooow”
Nello specifico, ho deciso di leggere questo libro perché…
- Amo sperimentare
- Volevo uscire dalla comfort zone creata dalla serie di Dory [in classe abbiamo letto l’intera collana!]
- Volevo spronare ed alzare un po’ il livello di attenzione, concentrazione, immaginazione
- Condivido il potere del gioco e delle canzoncine [spesso propongo giochi per render divertenti cose noiose o improvviso qualche rimetta o canzoncina che incredibilmente ridesta l’attenzione anche dei più distratti. Le connessioni naturali che si innescano sono il rimando alle canzoni “scaccia-paura” riprese dalla Professoressa Lucangeli e Lorenzo Tozzi, le filastrocche di Roald Dahl, basti pensare ai versi degli Umpa Lumpa nella “Fabbrica di Cioccolato” o più recentemente al Cappello Parlante in Harry Potter, narrato da J. K Rowling].
Di fatto…
- La lettura è stata una vera sfida, a momenti ho temuto di mollare perché qualcuno non riusciva a seguire a pieno. Quindi, ho convenuto si potesse mediare e anziché leggere un intero capitolo per volta, leggerne metà. Qualche giorno ho convenuto si potesse saltare la lettura senza aver la pretesa di dover leggere per forza. Allo stesso tempo, non mollare la presa per non perdere il filo e per non perdere l’entusiasmo del gruppo di bambini particolarmente motivati.
- È stato bellissimo quando hanno scoperto dove va Christopher Robin ogni mattina

(Nel capitolo quinto Coniglio ha una giornata intensa, una giornata di quelle in cui si sente molto importante perché lui a differenza degli altri ha il cervello. Giunge a casa di Christopher Robin, bussa alla porta, ma non apre nessuno. Poi si accorge di un foglio di carta per terra, è un messaggio con su scritto: “Sono usito o da fare trorno busito. C.R.”. Quindi si reca da Gufo per condividere la notizia. Anche lui il giorno precedente aveva trovato il medesimo messaggio. Per Gufo tutto è molto chiaro: C. R è uscito con Busito. Da qui il sapiente Gufo comincia a definire il Busito, detto Busito Maculato o Busito Erbaceo e altro non è che… dopo un gran giro di parole… non lo sa. Quindi Coniglio si reca da Puh per scoprire cosa fa C. R di mattina quando esce e cos’è il Busito Maculato. Non risolvendo la questione, si reca da Isaia il quale rivela che C. R la mattina impara. La mattina seguente il messaggio diceva: “Sono uscito torno subito C. R”. Così ora tutti gli abitanti della Foresta, ad eccezione del Busito Maculato, altrimenti detto Busito Erbaceo, sanno cosa fa Christopher Robin la mattina. È stato divertente il momento in cui i più immersi nel racconto hanno cominciato ad intuire, sino alla scoperta finale che è stata una vera e propria scoperta di cui son andati fieri).
- È stato bello ritrovare un gioco che già si pratica in maniera simile o in una variante leggermente diversa per nome o regole (“puhstecco”).

Si gioca lasciando cadere lo stecco nel fiume in maniera un po’ agitata e poi si aspetta sul ponte per vedere lo stecco passare. Ogni partecipante lancia uno stecco, quello che attraversa per primo vince.
- L’ironia. Non a portata di tutti. Spesso il racconto si basa sul fraintendimento. Es.: La casa di Isaia che lui stesso aveva costruito in un posto e che poi ritrova in tutt’altro. Per comprendere bisogna seguire con attenzione e avere acquisito capacità di meta comprensione, le informazioni salienti talvolta sono implicite.
- Divertentissimo il capitolo in cui Tigro incontra Puh e dopo aver dormito Puh gli propone di far colazione, ma per fare colazione Puh cerca di scoprire i gusti di Tigro. In un primissimo momento pare che qualsiasi cosa sia la preferita di Tigro. Poi per tentativi ed errori scoprono che ai Tigri molte cose non piacciono.
Attività (non programmata) n. 1
Una prima attività di approfondimento è nata al momento… In classe stavamo lavorando da qualche giorno sul potenziamento ortografico quando per puro caso la lettura ci ha portato al messaggio scritto da Christopher Robin. Come un gioco ho fotocopiato il messaggio a ciascuno per poterlo decifrare e provare a correggere.
Poi la consegna… provare a scrivere un messaggio sul quaderno per me.
Un’attività divertente. I più acuti hanno commesso errori con cognizione di causa. Qualcuno ha faticato a riconoscere gli errori. Qualcun altro si è divertito a lasciarmi un messaggio per comunicarmi la propria noia, la propria fame o il bisogno di andare in bagno.



Attività (non programmata) n. 2
Giornata piovosa… non si può andare in giardino… ci vorrebbe un’idea… una bella sorpresa. Ecco che per risollevare gli animi ho recuperato il mio zaino con i burattini.
Grande gioia! E via ad inventare storie, prima gioco libero, poi un po’ più strutturato narrando scene tratte dal libro.




Concludendo…
Non saprei dire se questo libro è adatto ai bambini di oggi. Mi spiego meglio. Potenzialmente sicuramente lo è. Di fatto, attualmente, i bambini faticano a seguire una storia semplice ma articolata. La struttura è semplice: ogni capitolo una nuova avventura per Puh, Christopher Robin e gli animali di pezza che popolano il bosco dei Cento Acri. Seguire i dialoghi è complesso. Mantenere attiva l’attenzione per un periodo prolungato, semplicemente ascoltando senza un ausilio visivo è risultato impegnativo. Molti bambini sono abituati ad usare smartphone e giochi interattivi, a guardare video brevi, già un cartone animato di un’ora li annoia.

“Noia!”
L’esclamazione più frequente di Winnie Puh quando qualcosa non va.
E forse è la risposta a tutto.
“Noia!” che comporta l’incapacità di reagire positivamente agli stimoli, di essere curiosi, motivati ad apprendere, comunicativi, felici.
Per fortuna con un buon allenamento si possono raggiungere grandi risultati.

Non tutti sanno che…

(foto tratta da en.wikipedia)
