Libri in lingua per…quando arriva un/a bebè
Buon inizio anno, teste fiorite!
In questo primo post del 2025 provo ad incuriosirvi con una micro carrellata di proposte pensate per chi sta per accogliere – o ha appena accolto – un nuovo, piccolo arrivo nella propria famiglia. Ma anche per chi lavora a fianco di bambini, bambine e genitori.
Iniziamo con un libro che è da anni una hit a casa nostra, infatti è abbastanza consumato e forse è stato anche assaggiato. In foto vedete l’albo in formato grande, ma saggiamente questo titolo è stato reso disponibile anche in cartonato, in un formato più piccolo ma non troppo, adatto a piccole mani curiose.
You are new (Chronicle books) è, come lo ha definito Lucy Knisley, a new book for new people: è un albo dalle grandi figure colorate che spiccano su uno sfondo bianco, carico di tenero humour, che si rivolge direttamente, nel testo, a bebè e bimbi e bimbe piccoli.
I bebè sono rappresentati con tratti essenziali che rendono fedelmente la buffa, irresistibile morbidezza di un mini essere umano di pochi mesi e la sua vasta gamma di espressioni. Con un testo giocoso e orecchiabile, prevalentemente in rima – dopo qualche lettura vi ritroverete a recitarlo in automatico mentre, che so, vi lavate i denti – vengono descritte alcune delle esperienze più comuni di chi si affaccia ad una società della nostra specie, dai primi sguardi ai primi passi.
I piccoli umani crescono in fretta, ma non per questo smettono una volta e per sempre di essere “nuovi”: ci saranno sempre momenti in cui si farà qualcosa per la prima volta, tra timore ed emozione. Ci saranno sempre esperienze nelle quali provare il brivido del debutto.
Un albo leggero e gioioso che sprigiona entusiasmo per la vita che incomincia e per i nuovi inizi in genere. Che poi, a qualunque età può accadere di intraprendere un’avventura da zero. Per esempio, diventare genitori è un punto di svolta di quelli che ti rivoluzionano parecchio la vita…di fatto ci si affaccia a un mondo inesplorato, sul piano emotivo più ancora che su quello pratico, e quindi questa è una lettura deliziosa sia per i bebè, sia per i loro grandi.
Il libro più piccolo che vedete in foto è di Loryn Brantz, che seguo su Instagram perché adoro le sue vignette e che è anche autrice di vari albi come Feminist Baby. Devo dire che, salvo eccezioni eccellenti, i titoli pensati per i bebè, con le tavole ad alto contrasto, mi suscitano poco entusiasmo.
It had to be you (Harper Festival) mi ha incuriosito perché, rispetto ad altre proposte simili, mette in scena una piccola narrazione, o meglio, un discorso tra mamma (o potenzialmente papà) e bebè.
Un dialogo che accenna, in pochi tratti e parole, al percorso che ha portato fino alla nascita di quella piccola persona, con qualche sfumatura che potrà emozionare chi ha affrontato imprevisti, difficoltà o perdite nella strada per arrivare ad abbracciare quella bimba o quel bimbo lì. Dovevi essere tu, era destino che arrivassi proprio tu, dice la voce narrante.
È, anche questo, un librino che ha dentro gioia e stupore per un inizio che ha in sé tanta meraviglia. Oltre a questo, lo sappiamo, ci sono fatiche e sensazioni a volte contrastanti, ma una cosa non esclude l’altra e, tra queste pagine, è racchiusa la meraviglia.
Un piccolo libro dolce da condividere ad alta voce, o da sussurrare mentre ci si addormenta, in una lettura che invita al tocco e alle coccole.
Last but not least, ecco per voi una chicca dal 1981, qui nella versione francese 101 idées pour jouer avec bébé (Editions Milan). L’originale inglese, ancora reperibile online, si intitola 101 Things to Do with a Baby (Puffin). Jan Ormerod, pluripremiata autrice ed illustratrice australiana, si rivolge, qui, direttamente a sorelle e fratelli maggiori.
Questo lavoro si differenzia felicemente dalle narrazioni troppo zuccherose e banalizzanti, e non rientra neanche nel filone che si focalizza (a volte in modo brillante, altre meno) su vissuti come la gelosia.
Per cominciare, il libro si presenta come una sorta di manuale visivo, con una serie di vignette che illustrano davvero 101 cose da fare con un bebè. Non c’è una storia vera e propria, ma una raccolta di istantanee che, nel loro insieme, delineano il ritratto caldo e per niente patinato di una famiglia che sta attraversando la transizione da uno a due bambini.
Una transizione che, per quanto desiderata, è un bel lavoro che richiede, ai grandi, la sua dose di fatica. A volte soprattutto la fatica di accettare con grazia i propri limiti: di energia, di tempo, di aplomb, di mani libere per fare cose, quello che volete. Ma anche per i bambini e le bambine è un passaggio importante. La voce narrante, qui, è quella di una sorella maggiore che avrà circa 6 anni, alle prese con un fratellino di qualche mese.
Da mattina a sera, seguiamo la neo sorella in una giornata tipo. In una sorta di divertente contraltare ai manuali più classici rivolti ai neo genitori (per i quali è nata ormai una vera e propria industria dedita ad indurre ansie da performance), le 101 idee del titolo sono raccontate dal punto di vista della bambina, una sorella entusiasta e molto coinvolta.
Dal rituale del bagnetto (che diventa un’alluvione) ai giretti con passeggino e pattini a rotelle, dalle sessioni di coccole che diventano più affollate, ai travestimenti: in una giornata come tante, questa sorella è attivissima sia nell’aiutare nella cura del fratellino, sia nel cercare modi per giocare con lui. A volte i compiti più spiccioli diventano grandi avventure. Ogni tanto, come è giusto che sia, questa sorella si stufa, si arrabbia o vorrebbe tornare anche lei a fare la parte della più piccola. E assapora un momento tranquillo con la mamma o il papà, quando il bebè fa un pisolino.
Il risultato è il quadro dolce, buffo e realistico di una fase di trasformazione nella quale la bimba si sente, per fortuna, pienamente protagonista. Dietro il racconto (per immagini più che per parole) della bambina vediamo un ‘team’ di mamma, papà e nonna che si impegna per accompagnare il più possibile, con elasticità e naturalezza, la bimba più grande in questo passaggio. Tutta la famiglia si sta rimodellando, come un Barbapapà che cambia forma, e lo fa nel suo insieme, accogliendo anche il caos.
Le illustrazioni di Ormerod sono magnifiche: quasi fotografiche, espressive, ricche di dettagli, regalano un ritratto autentico e rassicurante nel quale tanti bambini e bambine potranno ritrovarsi e nel quale anche tanti adulti potranno rispecchiarsi. Ritrovando qualcosa di sé nelle occhiaie della mamma mentre allatta con la bimba grande accanto o magari nel fisiologico scompiglio domestico che fa capolino in qualche tavola.
Se vi affascinano lo stile e lo sguardo di Jan Ormerod, vi consiglio di rintracciare (attraverso le reti dell’usato) due suoi volumetti, ormai classici: Sunshine e Moonlight. Qui incontriamo una bimba e i suoi genitori nelle loro routine della mattina e della sera. Due piccoli capolavori senza parole.