Come d’estate il temporale

Seguo da sempre il percorso che Carlo Marconi sta facendo nella poesia e sono felice di potermi dedicare un pochino a questa sua nuova raccolta intitolata Come d’estate il temporale, illustrato da Serena Viola ed edito da Lapis come il precedente Poesie del camminare.

Questa raccolta si configura per molti aspetti come una gemella della precedente e non solo per via dell’illustrazione che molto esplicitamente riprende la medesima linea e il medesimo personaggio protagonista, ma anche, cosa che mi interessa molto come sapete, per la forma: ci troviamo di fronte di nuovo ad una raccolta di poesie che hanno tutte la stessa struttura metrica: due quartine e un distico finale. Il verso è libero ma un ritmo interno si sente nella gabbia de versi ed è una cosa che, devo dire, mi piace e mi interessa molto.

Se Poesie del camminare batteva l’accento sul movimento – il camminare, appunto, fisico e metaforico – mi pare che questo Come d’estate il temporale tenda a stare, a sostare di più sull’interno, invece che sull’esterno. Come se lo sguardo si fosse rivolto più verso un movimento interiore che sicuramente non mancava nella metafora del cammino della prima raccolta ma che insomma qui prende più esplicita forma concentrata sull’interiorità emotiva.

Quello che Carlo Marconi riesce a fare, e non era semplicissimo restando così sul filo del riferimento alle emozioni che attirano come carta moschicida la peggiore retorica esistente, è tenere le parole e le strutture linguistiche e sonore ben bilanciate tra il dentro emotivo e il fuori della quotidianità più mimetica del bambino e della bambina.

La cifra che ancora una volta mi convince del lavoro di questo autore, che è anche maestro, è il fatto che dai versi, ben costruiti, che non cedono alla prepotenza del senso e tengono bene il punto sul suono, trasuda una conoscenza profonda e vera della quotidianità di vita di bambini e bambine, ogni poesia da voce a qualcosa che ognuno dei lettori e delle lettrici conosce bene perché fa parte della sua esperienza di vita. Che sia la difficoltà di esprimersi a parole, o l’imbarazzo, o il pianto e la gioia ecc. il bambino, o la bambina, protagonista di questa raccolta, tutta scritta con focalizzazione interna, con un io narrante bambino o bambina, è vero è vivo e vegeto, si muove tra le pagine come nella vita con le medesime capacità e difficoltà.

Le illustrazioni di Serena Viola accompagnano bene, come nella prima raccolta, questo protagonista che si muove dentro se stesso e ci racconta di sé, l’illustrazione che accompagna la poesia non ha mai un lavoro semplice da fare però mi pare si senta sintonia qui tra autore e illustratrice che lavorano insieme per far emergere, poesia dopo poesia, la voce di questa creatura che si muove tra pagine e la vita vera.

Vi lascio alle poesie di Carlo, buona lettura!

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