La maestra (era scomparsa ma) è tornata
Vi ricordate de La maestra è scomparsa! di Harry Allard e James Marshall edito da Lupoguido (l’avevo recensito nell’Innaffiatorio) ?
Beh, esultate perché la maestra è tornata con un nuovo albo di Allard e Marshall intitolato proprio La maestra è tornata! sempre edito da Lupoguido con la traduzione di Sergio Ruzzier.
Questa è una recensione un po’ particolare perché più che sul nuovo libro vorrei soffermarmi su come su come i due autori hanno costruito un sequel così calcato sul primo libro senza risultare ripetitivi o noiosi, anzi!

Dunque la questione è la medesima in entrambi i libri: la meravigliosa maestra Dolcini se ne va (i motivi sono diversi nei due libri) e qualcuno arriva a sostituirla, in entrambi i libri compare la controfigura Acquamarcia, ma come tutto questo accade rende i due meccanismi narrativi simmetrici e diversi ed è qui che si vede il valore della composizione.

Nel secondo libro la classe di bambini e bambine diventa molto più attiva e infatti il focus narrativo si sposta dalla maestra alla classe che reagisce alla sostituzione della Dolcini: il preside è talmente noioso che loro si travestono da Dolcini che torna e li porta a fare un giro innescando una serie di reazioni a catena.

Il personaggio secondario, che è il sostituto della maestra Dolcini, qui di sdoppia: tutti (lettori e bambini protagonisti del libro) si aspettarebbero il ritorno della cattivissima Acquamarcia e invece, a sorpresa, con un episodio degno del piccolo Nicolas, arriva il preside, ecco la prima variante giustificata da una questione intrinseca alla trama. Ma siccome non possiamo fare del tutto fuori Acquamarcia che è colei che più resta impressa al lettore e alla lettrice ecco che ricompare quando meno te lo aspetti.

Insomma la narrazione che Allard e Marshall mettono in piedi è una specie di commedia degli equivoci in cui il piano della narrazione iconografica la fa da padrona perché svela ciò che il testo tace, proprio come un buon albo dovrebbe saper fare. L’unione di testo e immagine amplifica la narrazione in un senso ironico e rende protagonisti centrali i bambini e le bambine della classe più che i loro insegnanti o sotituiti.
E che i veri protagonisti siano i bambini e le bambine non abbiamo dubbio se guardiamo le copertine dei due libri in cui non compare mai alcuna maestra ma solo i bambini e le bambine intimoriti nella copertina del primo libro e annoiati/infastiditi e sospettosi in questo La maestra è tornata!
Non siamo di fronte ad un caso di costruzione seriale di storie e personaggi, per cui valgono alcuni tipi di ragionamento letterario, bensì siamo di fronte ad un ritornare sui passi di una narrazione riuscita e vedere come poterla far riuscire di nuovo giocandosi elementi simili ma diversi. La maestra è tornata! è, insieme a Storie di paura, dello stesso Marshall appena edito da Lupoguido (di cui vi parlerò in un altro momento) un esempio magistrale di come un sequel possa riuscire a mantenere la promessa di iterazione del piacere prodotto dalla prima storia e al tempo stesso la capacità di sorprendere che anzi diventa tanto più forte se differisce alquanto da ciò che ci saremmo aspettati.
Che gioia avere questi libri di Marshall! Non credete anche voi?