L’angolo

«Tutta l’infelicità dell’uomo sta nel non saper restare quieti in una stanza».

Pascal

Cosa fareste, cosa pensereste se vi dessero un piccolo angolo dove stare?

Un angolo spoglio.

Qualcuno, immagino, potrebbe sentirsi perduto, messo all’angolo, appunto, e forse riuscirebbe a vedere di quell’angolo solo i suoi limiti spigolosi.

Qualcun altro però, come il corvo protagonista del bellissimo albo che vi racconto oggi, potrebbe vedervi moltissime possibilità di vita, tutte ricche, felici, arricchenti… ma andiamo con ordine.

Il libro con cui voglio aprire la settimana è L’angolo di Zo-O edito da Terre di mezzo.

Un albo illustrato stretto e lungo che gioca con la forma del libro per raccontarci di cosa può succedere ad un piccolo corvo (dotato però, c’è da immaginarlo, di enorme equilibrio interiore) messo in un angolo stretto e alto.

Il libro si apre su una tavola che riprende il piccolo corvo al cospetto del grande angolo, nella seconda lo vediamo seduto nella piega dell’angolo, chissà a cosa starà pensando… se pensiamo anche solo al modo di dire “esser messo in un angolo” non è che questa condizione e posizione richiami di per sè un atteggiamento psicologico positivo.

Eppure questo piccolo corvo ha risorse che pochi esseri umani adulti saprebbero tirare fuori, molto più in sintonia con i bambini e le bambine che di un angolo nascosto sanno fare la loro casa immaginaria e immaginifica perché è esattamente questo che il corvo fa: allestisce il suo angolino dove stare bene e fare ciò che lo fa stare bene.

L’albo per parecchie aperture ci dà l’impressione di non avere testo e invece qua e là qualche parola o breve frase compare e vale la pena darle attenzione quando accade. Il corvo e l’immagine ce la fanno benissimo da sole, dunque se ad un certo punto sopraggiunge il testo ci sarà di che interrogarsi, non vi pare?

Il mondo che il corvo si costruisce diventa sempre più bello e più ampio e sembra pienamente appagante fino a quando l’inquilino dell’angolo avrà una nuova idea di arredamento, aprirà una finestra vera ed ecco che il movimento dal dentro a fuori permetterà una lettura nuova della storia di questo corvo…

Qualsiasi sia la lettura che ogni lettore e lettrice, di qualsiasi età, darà a questo bellissimo albo, in essa ci sarà un mondo intero che permetterà al corvo restare a lungo nel cuore e nelle esperienze di lettura di chi leggerà e sosterà nella sua storia. Le derive anche filosofiche di questo albo sono tantissime, tutte plausibili e possibili e belle da indagare nel post lettura ascoltando le parole di bambini e bambine, ragazzi e ragazze, qui invece mi interessa soffermarmi un attimo su un aspetto più tecnico della storia perché tutto sommato è proprio lì, da quella scelta tecnica, che scaturisce la forza narrativa e drammatica del libro: l’uso metanarrativo dell’oggetto libro.

L’angolo non è “disegnato”, l’angolo della storia esiste davvero perché coincide con il centro pagina, il punto in cui solitamente si dice agli illustratori di non mettere le parti essenziali del disegno perché perdono in nitidezza della visione venendo in parte “rovinate” dalla curva delle due pagine che convergono verso la cucitura centrale.

La Zo-O invece, come ben insegna Susy Lee, decide di fare di quella cucitura il punctum narrativo, ciò che permette la narrazione stessa e la rende fisicamente coerente e visibile a chi tiene in mano un libro che non racconta di un angolo ma che quell’angolo ce lo fa tenere tra le mani. Aggiungo un elemento, sempre tecnico, vincente, della costruzione dell’albo: il suo svilupparsi nel tempo nel giro-pagina come un piano sequenza che tiene la prospettiva che inquadra l’angolo immobile. Noi guardiamo sempre lo stesso punto, non c’è alcun tipo di spostamento spaziale, solo il tempo si muove tra le pagine, fino all’ultima pagina in cui l’angolo resta il medesimo ma si ribalta, lo vediamo dall’esterno e non dall’interno. Gioco molto molto convincente e ben costruito che richiama alla mente altri libri come il bellissimo Qui in cui il piano sequenza tiene immobile lo spazio in un angolo e fa muovere il tempo in avanti e indietro di secoli e decenni.

Quante cose, pensieri, riflessioni, soggettive e di gruppo e oggettive, può muovere un libro come L’angolo?

Spero di poterne fare prova perché ne vale davvero la pena!

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