Grande gorilla, piccolo gorilla

Diciamocela tutta, quando esce un libro di Anthony Brown la prima cosa che si fa è ringraziare, direi quasi a priori, e poi ci si dedica con attenzione e si cerca di scoprire che cosa avrà fatto questa volta per essersi guadagnato la nostra gratitudine!

Questa volta i gorilla e le scimmie di Bronwe giocano con un formato di libro specifico e ve lo racconto tra un attimo ma prima vi dico di che libro si tratta: il titolo è Grande gorilla piccolo gorilla, è, appunto, di Anthony Browne ed è edito da Camelozampa.

Forse dal titolo avete già capito di che tipo di libro si tratta… Grande gorilla piccolo gorilla è un albo illustrato di grande formato afferente a quella specie particolare di libri che giocano con i contrari… ma vediamo come lo fa.

12 aperture, 6 contrari, un gioco semplice che può nasconder una complessità intrinseca che si svela nella forma con cui l’autore gioca i contrari e in quali contrari sceglie di rappresentare.

Si comincia con vecchio e giovane, triste e felice, pesante e leggero, solo e insieme ecc. e si finisce con un contrario che cambia o almeno rende più complesso il gioco del libro: “qual è il contrario di contrario?”

Il gioco dei contrari è sempre affascinante, io credo, perché sembra avere risposte univoche ma si muove in realtà su soglie scivolose, a volte i contrari dipendono anche dal punto di vista ed è vero che qui i contrari su cui Browne gioca sono piuttosto semplici ma danno il là ad un gioco con le parole e i loro significati che ci può portare lontano.

Dal punto di vista formale la composizione è semplicissima ed efficace nella doppia scelta di alternare in doppie pagine i contrari, è cioè il giro-pagina a svelare il contrario, il che crea un approccio e un tipo di attesa molto diversa rispetto a se i contrari fossero stati messi nella stessa apertura uno nella pagina di sinistra e uno in quella di destra.

E poi ci sono le domande, i punti interrogativi che muovo alla domanda invece che all’affermazione.

Qual è il contrario di….?

Ci chiede il libro, il giro pagina ci dà la risposta ma in quel punto interrogativo e nel tempo del giro-pagina c’è il tempo del pensiero, della riflessione, ed anche, se proseguiamo il gioco oltre il libro, del metodo per cui la domanda potrebbe porci ad una risposta non sempre certa. Ed ecco che una semplice domanda dalla risposta abbastanza scontata può diventare una domanda maieutica, un modo per interrogare le cose oltre i suoi elementi più semplici dati.

E poi c’è la chiusa, qual è il contrario di contrario? Ecco qui sì che le cose si complicano e non a caso questa è la penultima tavola che chiude con l’ultima la cui risposta alla domanda è…. uguale ed ecco che l’illustrazione si ripete identica, per questa volta.

Dunque uguale è contrario di contrario, e qual è il contrario di diverso? O quale sarebbe il contrario di uguale se invertissimo l’ordine delle domande?

Ecco, forse anche nell’ordine delle domande potremmo intravvedere una indicazione poetica, una scelta autoriale: perché prima vecchio e poi giovane? Prima triste e poi allegro? C’è un senso in come le pagine sono state ordinate?

Naturalmente sì ed è qui che l’autore ci aspetta, a tutte le età, a porci domande, sui contrari e non solo.

Il gioco dei contrari è uno dei più affascinanti, secondo me, da fare con i bambini e le bambine, un gioco che può slittare in un attimo dal semplice al complesso e può allenare la domanda e il dubbio e uscire dal campo della semantica per viaggiare in quello dell’interpretazione, tutto questo, ovviamente, in forma implicita, non esplicita perché il campo della letteratura, e di tutte le arti, anche quando si tratta di libri per bambini e bambine molto piccole, è il campo dell’implicito che permette la deduzione, l’inferenza, la ricerca di senso, o meglio la ricerca dei sensi.

Ok, direi che anche questa volta, pur in un albo semplice come Grande gorilla piccolo gorilla un qualche buon motivo per ringraziare dell’esistenza di Browne io l’ho trovato, e voi?

Teste fiorite Consenso ai cookie con Real Cookie Banner