Hotel grande A di Sjoerd Kuyper

Eccolo qui il libro giusto per aprire bene la settimana.

Si intitola Hotel grande A, è scritto da Sjoerd Kuyper con la traduzione di Anna Patrucco Becchi, edito dalla Nuova Frontiera Junior che ultimamente sta tirando fuori dei titoli interessantissimi, ed è un romanzo per moltissimi aspetti stra-ordinario, fuori dall’ordinario.

Per stile narrativo e compositivo e per la storia siamo proprio in un mondo a sè, sin dalla prima pagina, siamo nel mondo di Kos e della sua famiglia incasinatissima come spesso sono le famiglie.

L’ambientazione è quella nordeuropea, siamo nei Paesi bassi; la struttura è quella di un diario ma non scritto, raccontato ad un registratore e poi trascritto, a posteriori, dalla finanziata, a posteriori, di Kos che di tanto in tanto si prende il lusso di intervenire qua e là con minime frasi in corsivo che puntellano il racconto a focalizzazione più che interna del protagonista.

La storia, per sommissimi capi è presto detta: Kos e le sue 3 sorelle, orfani di madre, restano per qualche tempo (molto poco a dire la verità considerando tutto quello che riescono a fare) senza il padre, colpito da un infarto ma, fortunatamente, sopravvissuto. Su di loro resta il carico della gestione dell’Hotel di famiglia che versa in pessime acque finanziarie e i ragazzi si troveranno a scongiurare la chiusura e il pignoramento dei beni.

Come lo faranno e come viene raccontato tutto questo, sono le cose che rendono questo romanzo stra-ordinario. Anche nei momenti più difficili e tragici del racconto lo stile si mantiene leggero, ironico al punto giusto, a tratti decisamente divertente. Kos, unico maschio della famiglia (oltre al padre) scoprirà in questi giorni intensi la propria mascolinità attraverso la scoperta anche della propria femminilità. Riuscirà nello stesso giorno a vincere una partita e a essere scelto per una grandissima squadra giovanile e a vincere un concorso di bellezza per Miss mare del nord…

Roba da schizofrenici. Per fortuna attorno a lui tutti sono saldi…assolutamente tipizzati e a tratti inclini alla follia (in senso bonario), per la serie visto da vicino nessuno è normale, ma saldi nei proprio panni.

La sensazione è quella che davvero la scrittura nordica abbia, dal punto di vista della costruzione del plot ma anche della scelta stilistica con cui dargli forma, una marcia in più. Nulla manca nel romanzo di Kos, come nulla manca nella vita di un ragazzino o di una ragazzina di quell’età o di ognuno di noi, e nessun sentimento viene tralasciato dalla narrazione il tutto però leggero come una nuvola che fila via anche quando è carica di pioggia.

D’altra parte l’autore Sjoerd Kuyper è famosissimo in patria e non solo come scrittore per ragazzi e in Italia risulta praticamente sconosciuto, chissà perché. Mi è parsa interessante, e ve la propongo qui, l’intervista alla traduttrice Anna Patrucco Becchi che infatti sottolinea l’importanza a brevura dell’autore e come sia incredibilmente ignorato in Italia.

Fortunatamente Hotel grande A ci è arrivato e ce lo godiamo, cosa sia quella A del titolo non ve lo dico…lo scoprirete leggendo il libro che merita davvero, qualsiasi età abbiate (dai 10 anni in sù).

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