Killiok di Anne Brouillard

Non conoscevo Anne Brouillard.

Poi, nel giro di qualche mese è emersa in tutta la sua straordinaria forza grazie ad alcuni suoi libri finalmente arrivati in Italia e al bellissimo Oblo di Hamelin a lei dedicato e alle due mostre a cura della stessa associazione Hamelin. Anche la rubrica Libri in lingua di Elena Poletti ci aveva raccontato qualcosa di lei con due suoi libri straordinari non ancora arrivati in Italia ma che aspetto fiduciosa.

Ora, finalmente, Killiok di Anne Brouillard edito da Babalibri, con la traduzione di Tanguy Babled, trova il suo posticino su teste fiorite che inizia a raccontare questa straordinaria autrice dalla fine… sì perché Killiok che ha per protagonista l’omonimo protagonista di una serie di libri della Brouillard, è l’ultimo libro da lei scritto e illustrato nel 2023. Dunque partiamo da qui sapendo che prima di ora molto è successo, che potremo fare conoscenza di Killiok e dei suoi amici in altri libri e situazioni, ma anche con la consapevolezza che qui, in Killiok, credo, si addensi e trovi sintesi l’anima profonda di questo personaggio nero in cui normalmente si vede un cane ma che a me tantissimo ricorda anche i Mumin della Jansson che per altro sono continua e onnipresente fonte d’ispirazione poetica della Brouillard.

Ma veniamo al libro a figure di oggi dunque, Killiok racconta una storia minima lunga un giorno dalla mattina alla sera. La storia di Killiok che si sveglia, va a leggere e bersi una tazza di caffè al bordo del lago ma il vento gli fa pensare che forse se avesse una veranda starebbe più comodo. Killiok quindi progetta la veranda e tuttavia qualcosa non lo convince… tanti piccoli animali vivono lì dove dovrebbe sorgere la veranda, tutto sommato forse la casa è perfetta così com’è… Killiok va a letto e chiude la sua giornata pensando “Forse costruirò una veranda. O forse no, chissà…”.

Ecco, tutto qui, in Killiok non c’è altro che una giornata di riflessioni e azioni di Killiok che non approdano ad una decisione certa, potrebbe essere stata una giornata “sprecata” in pensieri vani, così come una giornata risolutiva, non lo sapremo mai, non è questo, non è il risultato che interessa alla Brouillard, le interessa il percorso, il processo, il viaggio mentale e fisico che Killiok fa intorno ai propri desideri, alle proprie abitudini ed anche alla propria sensibilità. Alcuni altri personaggi vengono incontrati o anche solo evocati in questa giornata, a cominciare da Gatto Mistero che approda al piccolo molo della casa di Killiok e ascolta i pensieri e le perplessità dell’amico assecondandolo sia in un senso che nell’altro. Nulla, in questa giornata, in questa narrazione, ha un segno e un senso unico. Tutto però è pervaso da una significatività profonda che ruota attorno al solo fatto di esistere e pensare e alzarsi al mattino e coricarsi la sera, e bere il caffè, e leggere il giornale, e parlare con le creature del giardino e con gli amici…

La narrazione della Brouillard in questo caso mi sembra avere le caratteristiche delle narrazioni al tempo stesso intime e intense in cui tutto accade senza che nulla di fatto succeda di particolarmente significativo. Potremmo stare qui a lungo a analizzare, raccontare e soprattutto immaginare il prima e il dopo e le implicazioni di questa giornata di Killiok ma questo è un divertimento che lascio a voi nel confronto con la lettura con le vostre giovani teste fiorite di casa e di scuola.

Vorrei solo soffermarmi, prima di lasciarvi, sull’intensità del rapporto tra testo e immagine che si articola in pagine che si aprono in tavole a doppia pagina senza parole che ci richiama completamente dentro il mondo di Killiok (e sono collocate in luoghi topici della narrazione), e in pagine in cui le illustrazioni e le parole si dividono lo spazio in maniera fluida, senza cornici rigide, lasciando le illustrazioni sfumate o a giorno a dialogare con il testo.

Killiok, a partire dall’illustrazione di copertina, stabilisce un contatto immediato con il lettore o la lettrice invitandolo a casa propria, nel proprio mondo di pensieri e azioni e riesce in questo richiamo accogliente non solo attraverso la sintassi dell’immagine e lo stile realistico delle illustrazioni ma, a mio parere, anche attraverso l’intensità dei colori caldi, realistici e carichi, roba che ti sembra davvero di stare lì, ai bordi del lago, nel paesaggio nordico di Killiok.

A casa di Killiok, nel suo mondo, anche se spesso tirerà vento e farà freschino, mai mai mai sentirete freddo, lasciatevi accogliere e coccolare dalla storia della Brouillard, dai pensieri di Killiok, dalla natura che pervade silenziosa ogni aspetto della narrazione.

Non so voi ma io a questo punto spero che gli altri racconti di Killiok arrivino in Italia il prima possibile!

Vi lascio con le foto delle riproduzioni di Killiok e della sua casa fatte dal marito della Brouillard dalla mostra La casa di Killiok a cura di Hamelin.

Buona lettura e buona vita dal mondo di Killiok!

Teste fiorite Consenso ai cookie con Real Cookie Banner