Così è la morte? Domande mortali di bambine e bambini

La prima cosa che mi ha colpito di questo libro è il titolo.

No, non perché si tratti di un libro sulla morte, ma proprio per come formula la domanda di senso… la domanda non è “cos’è la morte?” bensì “così è la morte?” come a chiedere la riprova di qualcosa che su cui si fanno delle supposizioni.

Il libro di oggi è Così è la morte? Domande mortali di bambine e bambini Ellen Duthie, Anna Juan Cantavella e Andrea Antinori edito da Logos con la traduzione di Chiara Ronchi.

Un libro straordinario che racchiude 38 domande tra quelle formulate da bambini e bambine e raccolte in anni di lavoro dalle due autrici, si parte da una “semplice” domanda come “Io morirò?”, passando per cose assai tecniche come “Come si fanno le lapidi?” e chiudendosi con “Perché si dive “riposi in pace” e non “riposi in allegria”?

Si tratta di domande di bambini e bambine selezionate tra tantissime altre che potete leggere, e vi suggerisco proprio di farlo, nei risguardi del libro. Quello che colpisce nell’impostazione della scrittura delle due autrici è l’assoluta serietà con cui provano a rispondere ad ognuna delle 38 domande, con un atteggiamento tale da far trasparire l’assoluto rispetto verso i bambini e bambine che le hanno poste e che mai e poi mai è venuto loro alla mente di sminuire nessuna di quelle curiosità, come troppo spesso gli adulti fanno.

C’è molta serietà in questo libro, anche là dove le domande suscitano quel sorriso che sottintende l’ammirazione per aver saputo porre un tal tipo di domanda, sia nel senso dell’assurdità che dell’azzardo di domanda filosofica di cui solo la mente bambina è naturalmente capace.

Ecco, è uscita fuori una parola che ha molto a che fare con questo libro: filosofia. Non per niente Così è la morte? è edito nella collana Wonder Ponder di Logos, tutta dedicata alla filosofia per bambini e bambine, e che ha avuto il riconoscimento del premio Andersen nazionale nel 2023.

Sì, in Così è la morte? di filosofia ce n’è tanta ma non nel senso banale del termine, non ci sono teorie nè pedanti spiegazioni, quello che invece c’è e pervade tutto di senso, è la centralità della domanda e l’impegno nella ricerca della risposta, una risposta che spesso apre ad altre domande. In questo libro non c’è della filosofia dentro, ma è un libro che fa filosofia nel senso che assume un portamento di indagine filosofica nel modo con cui sceglie di affrontare l’argomento della morte, ovvero della vita e del suo limite, o non limite…

Tutte le risposte prendono la forma di lettera, le autrici rispondono sempre con un “Car/o…,” alla domanda perché un’altra cosa che questo libro riesce benissimo a fare è tenere la soggettività, non andare su massimi sistemi e super spiegazioni ma fermarsi con umiltà e schiettezza a rispondere a quella domanda di quel singolo bambino o bambina. Una domanda che probabilmente si saranno fatti tantissimi altri bambini e bambine e in cui ci si ritroveranno e che penseranno che le autrici stiano scrivendo proprio a loro direttamente, come a quel bambino/a che ha posto la domanda “al posto loro”.

Impossibile non tenere anche in conto, quando si maneggia un libro come questo – un libro di divulgazione ma dalla costruzione che eccede e trapassa i confini della forma del libro di divulgazione, ammesso che vi siano – della sua bellezza estetica opera del lavoro grafico, naturalmente, ma in cui le illustrazioni di Antinori fanno assolutamente la differenza. Antinori, come solo lui sa fare così bene, prende questo tono leggero e ironico e al tempo stesso profondamente ermeneutico che accompagna perfettamente l’idea e l’impianto del libro.

E voi? Che domanda fareste rispetto alla morte?

Teste fiorite Consenso ai cookie con Real Cookie Banner