Gusci di noce

Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.

Gusci di noce

Età: dai 5 anni
Pagine: 160
Formato: 7.3 x 4.3 x 10.2
Anno: 2024
Editore: Adelphi
Autore: Maurice Sendak
Traduzione: Livia Signorini

Oggi in cartella non un solo libro, ma ben quattro.

Quattro libri in un unico cofanetto.
Quattro piccoli libri che sono un vero e proprio capolavoro, sotto ogni punto di vista.

Perché ho scelto Gusci di noce?

Desideravo tanto avere i miei gusci di noce…



Adoro i cofanetti
Adoro i libri piccoli
Adoro il genio di Sendak

Una volta nelle mie mani me li sono per ben che ben coccolati.
Poi ho iniziato a leggerli, con calma, molta calma e a gustarli.

Mai leggere un libro ad alta voce ai bambini prima di averlo letto con una lettura personale.
La lettura va preparata, sentita, interiorizza. La lettura non va improvvisata. La lettura non è un mero esercizio di corretta riproduzione di fonemi, nel puro e semplice rispetto della punteggiatura. La lettura è molto di più. La lettura è un patto tra lettore, autore, illustratore. A maggior ragione, se le ultime due figure coincidono. Il lettore deve esser umile servitore. È colui che funge da ponte per chi si appresta ad ascoltare la storia.

Mano a mano che li leggevo pensavo…

È il programma di prima di italiano (Un abbecedario)
È il programma di storia (Un libro dei mesi)
È il programma di matematica (Un libro per contare)
C’è pure educazione civica (Una favola morale).
È l’intero programma di prima.

Si sta tanto ad affannarsi quando basterebbero più gusci di noce per tutti.

Poi ho pensato…

…ma perché Sendak mi piace così tanto?

Fondamentalmente per tre ragioni: va dritto al sodo, è ironico, sta dalla parte dei bambini.
Proprio come me.
Svelato l’arcano.
Ho l’impressione che chi scrive pensi meno di chi legge, in termini di connessioni.

Mi spiego meglio.

A mio parere chi scrive lo fa perché ha un’idea o il bisogno, l’urgenza, di scrivere; non fa troppi ragionamenti attorno. Questi vengono fatti in un secondo momento, da altri. Talvolta effettivamente rispecchiano nel profondo ciò che l’autore intendeva esprimere. Altre, invece, no.
Nella sinossi l’editore – Adelphi – dice che con “Gusci di noce” Maurice Sendak offre una rivisitazione delle quattro tipologie di libri comunemente proposte per le prime letture.

Il cofanetto contiene un abbecedario «Alligatori in abbondanza», un libro per contare «Uno è Johnny», un libro dei mesi «Brodino di pollo» e infine una favola morale «Piero».

Le illustrazioni e il testo sono perfettamente bilanciati e lo si coglie anche da un semplice sguardo estetico.

Lo stile iconico è tipico dell’autore, tratto nero sottile, colori pastello, cura nei particolari.

Veniamo ora alla lettura vera e propria.

Partiamo da qui:
in classe regalo a ciascun bambino una noce. La esploriamo con i cinque sensi. La tocchiamo. La annusiamo. La sbattiamo. La accarezziamo. La coccoliamo. La misuriamo. Raccontiamo aneddoti sulle noci.
Poi prendo lo zaino, lo apro, infilo la mano nello zaino e mentre cerco i miei “Gusci di noce” chiedo:
“Vi è mai capitato di leggere un libro piccolo piccolo quanto un guscio di noce?”

Estraggo il cofanetto e…

Stupore… e qualche commento…
“Ah ah, Chiara, ma che piccolini, dentro non ci è scritto qualcosa per davvero…”

“Io forse so perché si chiamano gusci di noce, il cofanetto tiene i libri dentro e li protegge come un guscio”
“Ce li leggi tutti? Per favoooreee”
“Iniziamo da «Uno è Johnny»”
“No, dagli alligatori”
“Per me andiamo in ordine”
“I disegni assomigliano a quello di un altro libro che abbiamo in libreria”
e corre a prenderlo.

“E io a casa dello stesso autore ho «Nel paese dei mostri selvaggi»”
È bello quando lo stile illustrativo è così chiaro da esser riconoscibile e facilmente attribuibile.

Inizio a leggere

“«Alligatori in abbondanza»
Un abbecedario di Maurice Sendak, edito da Adelphi”.

A alligatori in abbondanza
B bucano birichini
C curano il cimurro
D detergono diligenti
E elefanti eleganti

Continua così fino alla lettera Zeta, comprese le lettere straniere.

“Un altro, un altro…”

Quindi proseguo la lettura con «Uno è Jonny»

1 è Johnny
che vive da solo
2 è il ratto
che vedi in volo
3 è il gatto
che rincorre il ratto

“Chiara, ma è in rima?”
“Ho capito, questo libro serve per contare, secondo me si arriva a dieci e poi si torna indietro”

Effettivamente la storia procede aggiungendo ogni volta un nuovo elemento al racconto e all’immagine. Giunti a 10 il buon Johnny escogita un escamotage per ritrovare la sua quiete: pone un indovinello e invita, ad uno ad uno, a sgomberare dalla sua casetta, in ordine inverso rispetto a quello d’arrivo.

“Un altro, un altro…”

“Sicuri?” – chiedo.
“Sì…” – in coro.

Proseguo con «Brodino di pollo»
E la lettura ad alta voce a tratti diventa corale perché la struttura si ripete mese dopo mese usando le stesse parole come una formula magica.

A gennaio che bellezza
pattinando con destrezza
sulla pista, senza sforzi
degustar brodino a sorsi.
Un sorso
due sorsi
brodino di pollo,
senza rimorsi.

A febbraio senza inganno
dell’uomo di neve
è il compleanno
a lui un pasticcino
a me un bel brodino!
Auguri una volta
auguri di nuovo
auguri e brodino di pollo
mi bevo!

A marzo soffia il vento
e rovescia il brodino
sul pavimento.
Poi se lo lecca
tutto contento.
Soffia una volta
soffia di nuovo
soffia e brodino di pollo
mi bevo!

Per ogni mese dell’anno c’è una buona ragione per… un brodino si pollo.

“Adesso leggi l’ultimo?”

E qui abbiamo raggiunto il culmine. Il libro di «Piero» è breve, ma intenso e si presta ad esser letto ad alta voce e a coinvolgere attivamente chi legge ma soprattutto chi ascolta. Piero è un bambino talmente insolente che può turbare i più diligenti, far sorridere e riflettere gli insolenti.

Un giorno benedetto,
che Piero esce dal letto,
la mamma gli dice:
“Buongiorno carino,
sei il mio tesorino”.
E Piero:
“Che m’importa!”
“Che vuoi mangiare?”.
“Che m’importa!”.
“Miele di alveare?”.
“Che m’importa!”
“Non sederti da monello”.
“Che m’importa”
“Non sporcarti, cattivello!”
“Che m’importa!”.

Alla fine tutti partecipavano alla lettura dicendo “Che m’importa…” e facendo spallucce.
È stato divertente!

Piero continua imperterrito con il suo atteggiamento, mettendo alla prova mamma e papà.
La favola si conclude con un insegnamento morale.

Commenti a caldo

“Si chiama Abbecedario perché ci sono tutte le lettere A, B, C…”
“Ti ricordi che abbiamo fatto anche l’Alfabetiere?”
“Il mio preferito è stato quello di Piero, che dice sempre «Che m’importa…»”
“A me Piero non piaceva tanto, si comportava davvero male con la mamma e il papà”
“Brodino di pollo… che ridere tutte le scodelline attaccate all’albero di Natale”
“Posso vedere i libri da vicino?”
“Che forte ci sono anche i capitoli e le pagine…”
“Troppo belli…”
“Però quello dei numeri non aveva lo zero…”

Attività di scrittura

A seguire un’attività di scrittura: realizzare il proprio piccolo libro guscio di noce, a scelta.
Liberi di pensare, scrivere, disegnare.

La lettura riveste un ruolo importante nella nostra classe, oltre alla lettura individuale e ad alta voce, un giorno alla settimana è dedicato ai Booktalk, come suggerito dal metodo WRW [Writing and Reading Workshop]. Si tratta di un parlare di libri che mette in circolo racconti, parole ed emozioni e suscita la voglia di leggere un testo piuttosto che un altro. L’attività ovviamente è libera, ma ciascuno è spronato a farlo dalla forza del gruppo. In parallelo, chi vuole, ha la possibilità di fare la propria presentazione in Onepager, “tutto in una pagina”: dalla trama, ai personaggi, alle connessioni, alle citazioni preferite. Non è mai troppo presto per iniziare. A ciascun lettore i suoi tempi e i libri a lui più adatti.

Booktalk in classe
Onepager

Una brevissima riflessione sui tempi di attenzione.

Leggendo, leggendo con costanza, sempre, ogni giorno un po’, e un po’ di tutto, si innesca una buona prassi che fa nascere un bisogno, che come piccolo seme, inizia a mettere radici e piano piano a crescere. Un piccolo allenamento quotidiano, indispensabile a mio avviso. Un piccolo tempo che funge da investimento, permette di rallentare, assaporare, per poi partire con nuova energia. L’assiduità nella lettura aumenta nei bambini le capacità attentive, i tempi di concentrazione, le abilità di comprensione, la capacità di ascolto, le doti di immaginazione.
I bambini mi hanno chiesto di leggere tutti e quattro i libri di seguito. È vero sono brevi, ma non brevissimi. La differenza la fa la motivazione. È stata una richiesta che è partita da loro. Nasce da una mia proposta, ma sono loro i protagonisti attivi dell’apprendimento. E proprio quando c’è la motivazione ad apprendere e si apprende con il sorriso che l’apprendimento diviene significativo e permane nel tempo.

Conclusioni

Sendak pubblicò “Gusci di noce” nel 1962, oggi valgono ancora? Che effetto fanno?
Penso a Beatrice Alemagna quando nel suo “Che cos’è un bambino” scrive “Un bambino ha piccole mani, piccoli piedi e piccole orecchie, ma non per questo ha idee piccole. Le idee dei bambini a volte sono grandissime, divertono i grandi, fanno loro spalancare la bocca e dire «Ah»”.

È proprio così!

Attualmente i vecchi programmi delle “Scuole elementari” sono stati superati, ora ci sono le “Indicazioni Nazionali”. Si perseguono davvero? O si è ancora imbrigliati nel sistema per cui l’innovazione sta nel dare nuovo nome alle cose, ma poi si percorre la scia del “si è sempre fatto così”?
Di “Gusci di noce” io mi gusto il gheriglio, il cuore di questo piccolo cofanetto, l’essenza, la semplicità, l’attenzione, il rispetto, la cura per questa età, per le piccole cose. Il segreto dell’infanzia, la capacità di preservare l’ironia e la schiettezza. Ammiro l’atteggiamento critico capace di fare scelte significative e rompere gli stereotipi.
Mi piace pensare che il ruolo della scuola sia animato da questo spirito.
E che il modo migliore per attuarlo in classe sia: leggere, leggere, leggere.
Il resto vien da sé.

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